Maratea - Le Chiese

di Biagio Calderano

 

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La Chiesa Madre

Chiesa di Santa Maria Maggiore

Ubicata nel centro storico, è la chiesa madre di Maratea. In qualche documento di metà ‘500 viene indicata sotto il nome di «S. Maria de la Nova». L’edificio ha subito numerosi interventi di ampliamento e di trasformazione, in diverse epoche, rispetto alla struttura originaria. Infatti, come detto, recenti lavori di restauro hanno portato alla luce resti di una piccola chiesa con altare centrale e abside semicircolare con tracce di affreschi databili intorno al XIII-XIV secolo. La primitiva chiesa fu costruita ad aula con altare centrale e abside semicircolare. All’inizio appartenne alla parrocchia di S. Maria al Castello e nel 1434 se ne staccò, formando una parrocchia autonoma.

Probabilmente già in questo secolo si delinea l’attuale aspetto architettonico, essendo stata edificata la parte inferiore del campanile, formato da una base quadrata in stile romanico e da una sopraelevazione a base ottagonale con cupola cuspidale che dovrebbe essere di epoca successiva.

La chiesa quattrocentesca sostituì l’originaria struttura medioevale ed incorporò il basamento di una torre medioevale adiacente sul quale si impostò l’abside.

Una lapide marmorea, datata 1505, ricorda che fu un tale Mercurio Greco a provvedere alla sua costruzione, o come più probabile ad un suo ampliamento.

Nel ‘700 la chiesa subì ulteriori trasformazioni. Lasciato inalterato infatti l’involucro esterno, fu sovrapposta alla originaria facciata interna una nuova parete, modellata secondo le linee dello stile barocco. Subì notevoli danni sia per il terremoto del 2 gennaio 1831, che per quello del 16 dicembre 1857. I lavori di restauro, progettati dall’ing. F. Perazzi di Torraca furono ultimati tra il 1910 e il 1912.

La facciata esterna è caratterizzata da due pregevoli angeli adoranti, scolpiti in bassorilievo dalla bottega di T. Malvito nel ‘500.

L’interno, a navata unica, decorato da stucchi, archi, lesene, con volute e motivi floreali di tipo barocco, conserva alcune opere artistiche di valore, tra cui il coro in legno intarsiato composto da un primo pezzo della fine del secolo XV, di provenienza ignota e da un secondo che l’intagliatore lucano Marco De Santis, finì di lavorare nel 1729; la statua marmorea raffigurante la Madonna degli Angeli del secolo XVI base XVII (datata 1646), opera di ignoto scultore lucano; la scultura in legno policromo raffigurante S. Vito del secolo XVII di ignoto scultore lucano; il dipinto su tavola dell’Immaco­lata datato 1690, firmato IM... ISE; la scultura in legno policroma intagliata raffigurante la Madonna delle Grazie con bambino di ignoto scultore lucano del XVIII; il dipinto su tela raffigurante la Trinità eseguito nel 1760 da Francesco Oliva; il dipinto su tela raffigurante l’Adorazione dei pastori e Santi di ignoto pittore napoletano del XVIII secolo (1ª metà); la scultura raffigurante l’Ecce Homo in legno dipinto di notevole qualità stilistica ed espressiva scolpita nel XVIII secolo da mano ignota; la scultura in legno intagliato e dipinto che riproduce l’effige di S. Michele Arcangelo secolo XVIII, base XIX (datata 1890); il paliotto d’altare, in marmo nero, tarsie di marmi misti policromi, opera di ignoto, marmo raro napoletano del XVII secolo.

da «L'Antica "Terra" di Maratea nel secolo XVIII» di J.Cernicchiaro-V.Perretti

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 ultima modifica 13/05/2010