UN PROGETTO PER IL GOLFO DI POLICASTRO

di Emanuele Labanchi

Ho rincontrato Gaetano Fierro sul sito web https://www.radiodigiesse.net/ , attratto da una significativa e stimolante sua idea con un progetto che, come tale, gi di per s rappresenta, come modo di procedere, qualcosa di particolare ed innovativo in un contesto socio-politico piuttosto disabituato alle idee rese in forme progettuali di ampio respiro.

Con le sue note esperienza e passione, Tanino Fierro ha affidato una lettera a Martino Ciano, brillante, giovane Redattore di Tortora, perch il suo interessante contenuto potesse, per cos dire, volare di Comune in Comune, soprattutto a cominciare dalla fascia costiera del bel Golfo di Policastro, per promuovere, espandendosi, un argomento di proficuo dibattito propositivo.

A me, senza alcun commento ma con sincero apprezzamento per liniziativa, piace concorrere a questa promozione, richiamando integralmente di seguito quanto pubblicato :

LETTERE ALLA REDAZIONE. Un Golfo con unidentit votata alla bellezza. Gaetano Fierro lancia il Progetto Policastro

Di Martino Ciano Pubblicato il 28 Maggio 2025

Da Scario, in provincia di Salerno, a Maratea, in provincia di Potenza, per terminare a Praia a Mare, in provincia di Cosenza. Ecco laffascinante Golfo di Policastro, che unisce tre province di tre regioni differenti, ma la cui continuit territoriale dovrebbe dare spunto a un progetto unico di promozione. Questo quanto scrive Gaetano Fierro, in una lettera inviata alla nostra redazione. Gi sindaco di Potenza per tre volte tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, nonch consigliere regionale della Basilicata, Fierro lancia il Progetto Policastro contro la frammentariet nociva di unarea che non ha valorizzato ancora le proprie bellezze paesaggistiche e naturalistiche. Lobiettivo: costruire lidentit del Golfo, tenendo lontana ogni logica di campanile.

Pubblichiamo la lettera di Gaetano Fierro:

Da Punta degli Infreschi a Scario, fino allIsola di Dino a Praia a Mare, esiste un ben di Dio ambientale che, nella sua interezza, ha pochi eguali nel Mediterraneo. un patrimonio paesaggistico e naturalistico straordinario, un mosaico di macchia mediterranea, acque cristalline, promontori maestosi, piccole spiagge nascoste e borghi che sembrano usciti da un dipinto.

Eppure, questo incanto non percepito nella sua totalit. Lo si conosce per frammenti: Maratea da un lato, Scario dallaltro. Due luoghi di indiscusso richiamo, due perle che per, invece di riflettersi luna nellaltra, sembrano appartenere a pianeti diversi. Nel mezzo, o appena oltre, restano Sapri, Villammare, Policastro, Tortora: territori magnifici, ma marginalizzati nella narrazione turistica prevalente, spesso lasciati soli a gestire il proprio destino.

Questa frammentazione il segno di un limite culturale prima ancora che politico. Una consuetudine tutta meridionale, quella di separare, dividere, marcare i confini anche dove non servono. Ogni comunit tende a promuovere se stessa come se fosse unisola, scollegata dal contesto, in competizione piuttosto che in armonia con il vicino. Cos facendo, non solo si perde forza e attrattiva complessiva, ma si disperde anche il senso profondo del territorio, che non vive per compartimenti stagni. In Sardegna si parla di Costa Smeralda, in Francia di Costa Azzurra: brand unitari, forti, sinergici. Da noi, invece, si vendono singole cartoline, mai un racconto completo.

Eppure, il Golfo di Policastro ha tutto: la ricchezza naturale, lidentit culturale, la bellezza struggente, la profondit della storia. un luogo che potrebbe benissimo raccontarsi al mondo come un unico corpo geografico e umano. Un luogo dove il turismo non sia solo consumo del paesaggio, ma esperienza del senso, della relazione, dellautenticit. Con il Progetto Policastro, si cerca finalmente di voltare pagina. Di guardare alla costa nel suo insieme. Di costruire una proposta turistica unitaria, inclusiva, moderna. Una visione che tenga insieme le spiagge nascoste e le scogliere mozzafiato, i sapori della cucina genuina e la lentezza dei borghi interni, la storia millenaria e lenergia dellestate. Una visione capace di sfidare il tempo e lo sguardo, capace di tenere insieme la memoria e il futuro.

Il mare che lambisce queste coste pulito, trasparente, vivo. Le spiagge sono intime, accoglienti. Le sporgenze della costa ti lasciano senza fiato. E poi ci sono le tradizioni enogastronomiche, che non hanno bisogno di effetti speciali per convincere, perch parlano la lingua dellautenticit. Non siamo di fronte a un sogno da inseguire, ma a una realt gi pronta, solo da organizzare meglio. Da raccontare meglio. Da credere di pi. tempo di smettere di vendere pezzi di costa come se fossero oggetti separati. Di uscire da una logica di campanile che ci ha portato a restare sempre un passo indietro. Di costruire, finalmente, unidentit condivisa, unidea di Golfo che non sia solo una coordinata geografica, ma un progetto collettivo. La cultura pu fare da traino, come gi accade con eventi come Marateale, rassegna nazionale dedicata al cinema che ogni anno porta a Maratea attori, registi, autori. Unopportunit straordinaria per mettere il territorio sotto i riflettori.

Ma non basta un evento, se attorno non si muove tutto il resto. Se non si crea una narrazione coerente, una regia unica, una direzione di marcia. Bisogna imparare dalla Costa Smeralda, dove non si promuove solo Porto Rotondo ma tutta la litoranea; o dalla Costa Azzurra, dove Cannes non mai un corpo isolato, ma parte di una costellazione armonica. Da noi, invece, si stenta ancora a pensare in termini di rete. La sinergia resta una parola abusata ma raramente praticata. Eppure l la chiave. Nella capacit di fare sistema, di coordinare, di condividere obiettivi, promozione, servizi.

Non possiamo pi accontentarci delle frasi fatte: qui abbiamo tutto, il mare bellissimo, manca solo la promozione. Sono decenni che lo diciamo. Adesso serve il salto di qualit. E il salto non pu avvenire senza una nuova mentalit collettiva. Una mentalit che sappia vedere oltre il proprio ombrellone, oltre la propria sagra di paese, oltre levento annuale che fa numero e non lascia traccia. Serve una visione. Ma soprattutto serve coraggio. Il coraggio di mettere da parte rivalit inutili, lorgoglio fine a s stesso, il prima noi e poi gli altri. Serve il coraggio di aprire i confini invisibili che separano ogni comune costiero da quello vicino, il coraggio di immaginare un piano comune. Perch se non lo facciamo adesso, quando?

CՏ una generazione che guarda altrove, che si sposta, che viaggia, che sa distinguere la differenza tra un luogo che funziona e uno che si regge sullimprovvisazione. E oggi questa generazione guarda al Golfo con occhi sospettosi: Bello, ma disorganizzato, splendido, ma difficile da raggiungere, autentico, ma poco valorizzato. Non possiamo permetterci di lasciare che il fascino del Golfo venga sempre raccontato con un ma. E allora torniamo allessenziale. CosՏ il Golfo di Policastro, oggi? una promessa non mantenuta. unopportunit lasciata a met. unidea che tutti amano, ma che nessuno ha il coraggio di completare.

E cosa potrebbe diventare, invece? Potrebbe diventare un modello. Un laboratorio di turismo sostenibile e integrato. Un esempio di come territori diversi, con dialetti, storie e culture proprie, possano mettersi in rete e costruire qualcosa di grande. Un luogo dove il viaggiatore arrivi e trovi tutto: il mare, il silenzio, la cultura, la festa, la lentezza, la qualit. E non serve aspettare la manna dal cielo. Le forze ci sono: imprenditori coraggiosi, amministratori illuminati, giovani professionisti, artisti, cittadini che non si arrendono. Serve solo un coordinamento, una spinta. Un primo passo deciso. Magari proprio da chi legge questo articolo. Perch il cambiamento inizia cos: con una domanda semplice, ma necessaria. Perch no?

Perch non investire nella rete tra i comuni?

Perch non creare un Distretto del Golfo che unisca cultura, turismo, ambiente ed economia in un unico piano strategico?

Perch non chiamare esperti di marketing territoriale, urbanisti, architetti del paesaggio per ripensare la costa in chiave moderna ma radicata?

Perch non rendere la ferrovia tirrenica una dorsale turistica intelligente, con fermate valorizzate, servizi integrati, info point unificati?

Il turismo non solo vacanza. economia, dignit del lavoro, ritorno dei giovani, rinascita dei borghi, tutela del paesaggio, orgoglio locale. E il Golfo pu essere tutto questo. Ma deve crederci. Deve volerlo. Perch in fondo, questa costa, da Punta degli Infreschi a Praia a Mare, come unorchestra disposta sul palco, con strumenti unici, suoni irripetibili. Ma finch ognuno suona per conto proprio, la musica non parte. Serve un direttore. O almeno, serve una partitura comune.

E allora, questo mio scrivere non solo un racconto. un invito. A chi governa, a chi opera, a chi sogna. A chi ha vissuto tutta la vita in questi luoghi e a chi li ha scoperti per caso. Fermiamoci un attimo. Guardiamo la costa con occhi nuovi. E poi agiamo. Non domani. Ora.

Il Golfo di Policastro non solo un luogo: una possibilit. Non lasciamola andare.

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Maratea 30 maggio 2025

Emanuele Labanchi

 

 

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