GIAN CARLO
MARCHESINI
Pensieri del 2025
La Basilicata, la Calabria, il Cilento, regioni del Sud in fase
di denatalità e spopolamento, e, malgrado la bellezza
dei loro territori, sempre più destinate all'abbandono, a mio avviso hanno
avuto due Sindaci di grande esempio positivo. Angelo
Vassallo, di quel di Pioppi e Acciaroli, sostenitore della tutela ambientale,
della dieta mediterranea e della giustizia sociale. E
Mimmo Lucano, fautore dell'integrazione tra nativi e migranti in quel di
Riace. Angelo Vassallo è stato ucciso quindici anni fa dalla malavita organizzata e solo oggi i colpevoli si stanno
finalmente perseguendo, Mimmo Lucano è riuscito a catalizzare su di sé tutta
l'avversione di Matteo Salvini: il che per lui come
per chiunque è indiscutibilmente grande titolo d'onore.
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Spazi comuni dove stare insieme: a partire da
un grande cortile con sessanta pini a rinfrescare il gioco in allegria di
ragazzine e ragazzini. E poi camerate con bagni, aule con
tavoli dove riunirsi per studiare e mangiare. Uffici funzionali per
insegnanti e dirigenti. Tutto intorno un silenzio
riposante, la montagna su in alto solenne, il mare a duecento metri
accogliente. Un paradiso usato per l'infanzia emarginata come
Collegio Scuola e Colonia estiva. Ora da decenni è abbandonato e
vuoto, senza una mano che lo tenga in ordine e pulito. Il vero paradiso
efficiente e perfetto è il Santavenere, hotel di lusso per i turisti ricchi.
Non vorrete mica che a Fiumicello siano alloggiati dignitosamente i bambini
poveri. Quarant'anni fa ci venivo quotidianamente per organizzare tornei di
calcio per i ragazzini, raccontare loro in aula la storia della Basilicata,
accompagnarli al mare per un bagno. o a visitare la
Grotta delle meraviglie e a contemplare la statua del Cristo. Ora ci passo ogni
tanto, quando posso, per portare al cadavere del Collegio Scuola un fiore in
omaggio.
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La vecchiaia significa calo di udito, di vista, di memoria, di
energia. Insomma, tutte le facoltà e le risorse, le funzioni di cui disponiamo
via via si indeboliscono. Ci si prepara a partire per
non si sa dove. Ma nello stesso tempo i tanti anni di vita vissuta al possibile
meglio si sono trasformati in un carico tale di
sensibilità, esperienze, emozioni, che non si hanno più dentro spazi adeguati
dove contenerli. Ci si ritrova, via via che si invecchia,
insieme più vuoti e più pieni, più ricchi e più poveri. Pedalando meno,
paradossalmente si va dovunque e più veloci.
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Ogni pomeriggio, se rimango a Maratea, e visto che la casa dove
abito è poco lontana, raggiungo Parco Tarantini con la sua Biblioteca. Ma è quasi sempre chiusa, e allora entro dal cancello nel
giardino che la circonda, mi siedo su una panchina, leggo un libro che mi porto
in borsa e prendo appunti su un quadernetto. Insomma, penso di poter dire che,
grazie a me, la Biblioteca intitolata a José Cernicchiaro,
normalmente chiusa, un fruitore ce l'ha quasi
ogni giorno di sicuro.
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Te ne sei andato a 37 anni per un incidente d'auto sulla
Statale in quel di Fiumicello. Eri stato eletto il giorno prima consigliere
comunale a Maratea e alla Regione Basilicata. Eri docente di Storia alla
Sapienza di Roma. Ti chiamavi Gian Paolo Nitti, eri il nipote prediletto di
Francesco Saverio. Eri capace, colto, intelligente. Avresti potuto svolgere un
ruolo politico importante a favore della Basilicata, del Sud e dell'intero
Paese. Oggi di te è rimasta una Villa bellissima vuota da 50
anni in quel di Acquafredda, e un mazzo di fiori di plastica per strada a
terra. Così purtroppo per chi è umano può succedere
nella vita.
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Perché la Regione Basilicata ha acquistato Villa Nitti nel
1970, se poi l'ha lasciata praticamente sempre vuota e chiusa? La lezione che
se ne ricava è che la Basilicata non ha idea di come utilizzare a beneficio di
tutti le strutture grandi e belle che possiede. Davanti alla bellezza
straordinaria è come rimanesse muta e paralizzata. Come se dicesse: che c'entro
io, e cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?
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Dio, Patria, Famiglia:
rassicurante, monolitico e precostituito.
Libertà, Giustizia Sociale,
Democrazia, complicato, per nulla semplice né scontato. La prima triade è un
regalo consolatorio, la seconda una sfida. La prima è una cuccia nell'orto di casa.
La seconda è un sentiero in montagna, o una strada impegnativa. La prima è un
parto definito e prodotto da terzi. Alla seconda ci deve pensare ognuno in
proprio, con il rischio di non farcela.
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Agli abitanti di un borgo bellissimo come Maratea si chiede di
diventare specialisti nell'accogliere e far stare bene i turisti. Ma vi rendete conto di quanta pazienza, empatia e competenza
si devono mostrare capaci? Gli abitanti di un borgo invaso da turisti devono
essere un po' cuochi e un po' camerieri, un po' medici e un po' psicologi, in
po' intrattenitori e un po' artisti. Per fortuna oggi ad arrivare sono i
turisti, non i pirati saraceni o gli eserciti colonialisti.
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A Maratea c'è da anni un pittore che ogni giorno espone le
attuali sue 64 opere sui muri dei vicoli del centro
storico. Basta fare due passi e i quadri si possono ammirare tutti. Poi alla
fine della giornata, aiutato da Michele della Merenderia,
quel pittore stacca le decine di quadri per riporli dentro una stanza. Fa
questo da anni, e penso lo farà finché campa. Compone le sue opere con una
tecnica particolare di incisione dei colori che
si chiama ipertrofia sul legno. Il risultato è spettacolare. Le scene proposte
riguardano in gran parte i luoghi canonici più conosciuti di Maratea: il porto,
i monumenti, le strade e le piazze. Ne sono una riproduzione che artisticamente
li valorizza. Più altri soggetti scelti dalla cultura e sensibilità
dell'artista. Ciò che colpisce è che questa ricchezza di opere d'arte stanno appese sui muri di vicoli di vecchie case abbandonate
e vuote. Come se il meglio e il massimo di una capacità artistica avesse deciso, con la sua bellezza, di riscattare quelli che
sono altrimenti vicoli abbandonati. I 64 quadri di
Ferdinando Tasca stanno benissimo anche appesi a muri così cadenti. Ma non
meriterebbero di essere esposti e goduti in un contesto
civile migliore, una scuola, un museo, un edificio comunale?
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Questi non sono affatto sportivi che amano muoversi con la loro
motocicletta. Sono guerrieri che amano il frastuono e la forza dei loro motori,
ricoperti e bardati di armature militari. A Maratea si sono concentrati in
questi giorni in centinaia in Piazza della Fontana Vecchia per esibire tutta la
potenza della loro forza. Con esibito uno striscione che recita Motoclub il Redentore, che pretende di mettere insieme
valori, immagini, storie che una con l'altra proprio non hanno niente a
che vedere. Cosa c'entra Il Cristo con i suoi discepoli pescatori con tutta
questa clamorosa esibizione di potenza e fragore? Questi motociclisti guerrieri
è come dicessero: toglietevi dai piedi. Qui, al centro
dell'universo, ci siamo soltanto noi.
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C'è chi non vede l'ora di sedersi a tavola per saziarsi del
miglior cibo. C'è chi legge romanzi e guarda i film
perché, essendo carente nella sua, ama storie, avventure, esperienze di vita.
C'è chi si tuffa in mare perché vorrebbe tornare in pancia alla mamma. C'è chi
va allo stadio, o gioca al lotto, per vedere se almeno lì vince. C'è chi va
all'uscita di una scuola perché della gioventù gli piace
la grazia e l'energia. C'è chi si impegna in
politica per portare il suo contributo agli ideali di giustizia sociale, pace,
democrazia. C'è chi si droga perché così evita di fare i conti con la vita. C'è
chi si suicida ha del tutto perso il senso della vita.
C'è chi va al bordello per scaricare quello che troppo gli preme in fondo alla
pancia. C'è chi va in chiesa perché vorrebbe tanto il sacro e l'eterno. Tanto
poi andiamo a finire tutti sottoterra.
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In un luogo posto in alto chiamato Giardino delle Arti, che nel
passato ha funzionato da orfanatrofio, c'è a Maratea una bella struttura che
oggi ospita incontri e convegni a carattere culturale. Dalla piazzetta che gli
sta davanti, seduti su una panchina, si godono le colline ricche di boschi che
stanno intorno, il cielo magnifico che sta sopra, la
distesa del mare azzurro che freme ai piedi fino all'orizzonte di Scario. A
parte il canto di qualche uccelletto, il silenzio intorno è assoluto,
l'aria accarezza leggera e il sole avvolge e illumina di luce. Non credo ci sia
un insieme di territorio naturale, del quale il Giardino delle Arti è al
centro, più bello di questo. E' tutto gratis e a portata di quattro passi. Come
si può non felicemente goderselo?
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Arrivato a Maratea, sono stato informato che Nicolino, creatore
della Merenderia, locale nel cuore dei vicoli del
centro storico, a marzo se n'è definitivamente andato. Aveva 77
anni, non era così anziano. L'ho conosciuto trent'anni fa circa, il suo locale
rustico ma accogliente mi era così piaciuto che ne ho scritto un elogio su un
giornale lucano. Anche lui lo ha letto, e quando la
sera ci siamo incontrati mi era così grato che mi ha abbracciato
piangendo. E' stata la figlia che ieri sera alla Merenderia
mi ha raccontato della sua partenza finale e definitiva. Ne è ancora così
addolorata che alla fine non ha potuto trattenere le lacrime. Meno male che
poi, facendo una passeggiata, sono stato confortato dai ragazzi e ragazze che
ho incontrato. Mi hanno subito riconosciuto e salutato dopo otto mesi di
assenza.
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Quando mi trasferisco girovagando tra Santa Maria di
Castellabate, Acciaroli, Scario, Sapri, Acquafredda e Maratea, dove in
quest'ultima adesso sto, è come approdassi comunque e sempre a casa mia. Oramai
la costa del Golfo di Policastro, tra Campania e Basilicata, mi è entrata nel
cuore e nell'anima, nel petto e nella pancia. E' la terra mia. Cosa avrò fatto
io per meritarmi tanta bellezza?
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Una delle definizioni possibili, e ahimè molto probabile, del
politico oggi. Colui il quale mette insieme una squadra di collaboratori la cui
attività è finalizzata a produrre opere e progetti pubblicamente finanziati. I
finanziamenti, il più possibile elevati, vengono poi ,
una volta ottenuti, in larga parte distribuiti ai componenti della squadra e
alle aziende e società che si sono prestate complici. Insomma, il politico oggi
si direbbe essere quella figura che accede ai soldi pubblici e in buona parte
li utilizza per spartirseli con soci e collaboratori. E così la politica
diventa un espediente per impossessarsi del denaro altrui.
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Ho conosciuto Ernesto Galli Della Loggia quando ho scritto un
libro, Colui che non è diventato, sulla vita di Gian Paolo Nitti, suo docente
di storia all'Università di Roma. I due erano in auto insieme quando ebbero un
incidente sulla Statale 18 di Maratea, incidente in cui Gian Paolo Nitti morì.
I due, per passare le vacanze insieme, si incontravano
spesso nella Villa Nitti di Acquafredda. Galli Della Loggia mi ha raccontato che Gian Paolo Nitti, oltre a essere un
militante comunista convinto, ammirava a tal punto il Che Guevara da essere
andato a Cuba per onorarlo. Ora leggo un suo intervento in cui rimprovera Netanyahu per non essere più severo e duro nei confronti del
popolo palestinese. Evidentemente l'amicizia con Gian Paolo Nitti non è bastata
a metterlo sulla buona strada.
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Se si arriva ad ammazzare intenzionalmente e sistematicamente i
bambini vuol semplicemente dire che si è perso ogni legame sano e serio con la
vita. Chi ammazza bambini lo fa perché dentro è morto pure lui.
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Amo il gioco del calcio da quando ero ragazzino. Lo trovo, con
le sue trame creative, irresistibilmente coinvolgente. Ma
dopo avere assistito a Santa Maria in una sala con altre cento persone alla partita
con cui il Napoli ha vinto lo scudetto, ho capito, per l'esplosione di
entusiasmo corale, che per i tifosi del Napoli non si tratta soltanto di una
passione, ma di una fede, una religione.
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I miei complimenti a Marco Rizzo, Sindaco di Castellabate, che
sulla facciata del Palazzo Municipale ha fatto esporre un grande drappo a
favore della Palestina.
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Un bimbetto, per quanto piccolo, di sua natura e fattura è un
capolavoro assoluto. Andrebbe come un'opera d'arte ammirato, contemplato e
studiato. C'è dentro il meglio di tutto, è' la natura che racchiude il suo
massimo. Ci sono dentro insieme l'animale e Dio. Bastano un sorriso, una
carezza, una lacrima di pianto. e si è assaporato un
incanto. Ma c'è chi ne uccide a migliaia con le bombe
premendo un pulsante con un dito dentro il guanto.
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Ma che gioia vedere quante sono le scolaresche che giorno dopo
giorno, con i loro insegnanti, arrivano da diverse città e regioni per visitare
Santa Maria di Castellabate. E la perlustrano e godono - strade e piazze,
spiagge, Villa Matarazzo, Il Castello. L'incontro tra la bellezza del
territorio, le sue espressioni di arte, storia e cultura, con la giovane vita che gode e impara, è lo spettacolo più bello
che esista.
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Negli ultimi decenni gli abitanti di Castellabate sono passati,
nel loro impregno lavorativo prevalente, dall'attività di pescatori e
agricoltori a quella di muratori. Oggi l'attività principale è quella di
accogliere e affittare case ai turisti vacanzieri benestanti. E quella di
commercianti. Le campagne sono state in larga parte cementificate,
il mare, dopo tante pesche a strascico e con le bombe, conserva pesce in
quantità sempre più ridotte. Le attività turistiche sono concentrate in estate:
nelle parti restanti dell'anno si campicchia e si sopravvive. Cinema, librerie
e biblioteche chiudono, ci si concentra su cellulari, calcio scommesse e
sigarette. Bambini ne nascono sempre meno, i giovani se ne vanno appena
possono. La scritta che domina sulle porte delle case e sui muri delle strade è
Fittasi. Il territorio bellissimo si è specializzato
nel vendersi. D'altra parte, in assenza di fabbriche e
industrie, tocca pure campare. Ma non è attualmente
lo stato prevalente delle regioni del Sud?
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Elon Musk fa il saluto fascista con la
sua peggiore faccia infuriata. Donald Trump, che si esibisce vestito da Papa,
spara senza freni tutto quello che gli sgorga dalla pancia. E Vance è affetto, insieme a loro,
da un delirio di onnipotenza. Questi sono capaci di tutto, anche di decidere il
lancio di una bomba atomica. Andrebbero chiusi dentro un orto, sotto scorta, ad
allevare conigli e coltivare insalata.
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Centinaia di maschi adulti, vestiti di nero e la testa rasata
come paracarri, salutano in riga a braccio alzato e mano aperta. Sono
l'immagine primitiva del cavernicolo che rifiuta ogni novità, varietà,
differenza. L'esatto opposto, e spaventato, di una
manifestazione queer colorata e variegata. A
mandarli in bestia basta qualcuno che dall'alto di una finestra spalancata
intona una canzone diversa. Papa Francesco si sarà rivoltato nella tomba.
Sicuramente non per la canzone antifascista.
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l Francesco che mi piace di più è il Papa che, dopo la strage di
migranti affogati in mare, sceglie di ricordarli facendo il suo primo viaggio a
Lampedusa. E che invia a Mimmo Lucano, Sindaco di Riace osteggiato da Salvini per le sue politiche di accoglienza dei migranti,
una lettera di solidarietà. Non ho bisogno d'altro per apprezzarlo.
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Stanotte Papa Francesco mi è apparso in sogno. Aveva un volto
felice, mi ha detto che stava seduto accanto al Cristo con gli angeli che
intorno cantavano in coro. Tutti si volevano bene e andavano d'accordo. Mi ha
anche detto che gli avevano chiesto di salutarmi mio padre, mia madre e i miei
fratelli che da anni stanno in Cielo. E che tutti mi attendevano con gioia
senza per questo mettermi fretta. Francesco ha anche detto che aveva disposto
per me un tavolo con quaderno e penna dove avrei potuto scrivere per
l'eternità. Quando stamattina mi sono svegliato, ho attivato, per restare con
il sogno in sintonia, Beethoven con l'Inno alla gioia della Nona Sinfonia.
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In famiglia eravamo sei figli, cinque maschi e una femmina. Dei
maschi, tre se ne sono andati da alcune decine di anni. Questa notte mi sono
arrivati in sogno con scambi verbali di una intensità
così sincera e autentica, in piena e magnifica forma, che è come non se ne
fossero mai andati. Noi umani, negli affetti, nei sentimenti, nell'intimità
delle emozioni, teniamo dentro tutto malgrado la morte
abbia colpito da decenni. Sarà per questo che percepiamo
come verosimile il poter vivere eterni?
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Gerarchia apicale. Anarchia radicale. Democrazia reale. Nella
prima comandano i forti e ricchi, gli autocrati deliranti e i dittatori. Nella
seconda c'è il rifiuto viscerale di ogni potere e comando. Nella terza c'è il
primato dell'eguaglianza, il compromesso pur di arrivare a un accordo comune e
pacifico. Irrompono la prima e la seconda quando la terza è stata male
governata e tradita.
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Ho vissuto le mie stagioni sociali, politiche, culturali più belle dagli Anni Sessanta ai Novanta, passando dal Veneto all'Università Cattolica di Milano, che ho contribuito a occupare, all'apertura e conduzione dei Centri Servizi Culturali di Enna, Trapani, Agrigento e Palermo, e poi a Maratea e Sapri, approdando infine a Roma. Ho incontrato, conosciuto e fatto amicizia con le migliori persone, i giovani più aperti e innovatori di quei luoghi. Mi sono sposato due volte, ho contribuito a mettere al mondo due figli, e poi sono arrivati quattro nipoti. Ho aiutato decine e decine di ragazzi non accompagnati arrivati a Roma dal mondo intero. Non ho mai usato violenza contro nessuno. Sono anzi stati giudicato fin troppo generoso. Ora, in una terza media - così come è successo alla Fratelli Bandiera di Roma - una professoressa ha iniziato a leggere come testo scolastico in classe il mio libro scritto su Santa Maria di Castellabate. Chissà cosa succederà nel mondo dopo che me ne sarò andato.
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L'altro ieri se n' andato un vecchio amico conosciuto negli
Anni Ottanta: Felice Cesarino, Intellettuale capace e colto, ma specialmente
stimolante nello scambio amicale di gruppo. Ci accoglieva nella sua casa in
quel di Sapri vicino al mare, e ci coinvolgeva in ricche conversazioni su ci
che pi ci interessava e piaceva. Era la partecipazione migliore di quegli anni
nella ricerca di ci che pi ci appassionava: felicit possibile, libert,
giustizia sociale, democrazia. Sono grato a Felice per tutto quello che di
bello ci ha regalato. Peccato che se ne sia andato. Ancora non riesco a
convincermi che possa essere successo.
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Elena ha sei anni e frequenta la prima elementare. E' graziosa
nel viso e nel sorriso, ma specialmente perch si manifesta sincera, spontanea,
intera per come detta la sua voglia di conoscenza. Si esprime senza timore n
paura: completa e autentica. Ancora in lei non hanno fatto irruzione calcolo,
falsit, malizia. Anche da una creatura di sei anni si impara. Elena, bambina,
la forma umana che pi si avvicina a quella divina.
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La religione, con le sue immagini, regole, riti, nata a
compensazione del fatto che non accettiamo di morire. Deve sicuramente esistere
la certezza di una bella vita eterna in un Paradiso altrove. D'altra parte,
come accettare che possa definitivamente scomparire l'unica forma di vita che
conosciamo? Dove starebbero logica e senso? Se poi si destinati a scomparire
definitivamente, perch allora il comparire? Nasciamo come bimbetti implumi, e
dovremmo accettare di morire come grinzosi vecchietti?
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Novantasei anni. sette figlie e figli, passaggi da Lauria a
Maratea, da Torino a Roma. Una vitalit e una forza d'animo, una disponibilit
generosa e costante malgrado drammi e disgrazie. Una esistenza varia, intensa e
ricca come al massimo e al meglio consente la vita. Con i piedi che camminano,
le mani che lavorano e accarezzano, il cuore che batte, la pancia che
partorisce. E la mente che non smette mai di funzionare. Ora te ne vai, e
lascerai un ricordo indelebile.
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Per qualche anno ho accompagnato nel loro tempo libero decine e
decine di ragazzetti lucani ospiti della Colonia Marina di Fiumicello, che
arrivavano da varie citt europee dove le loro famiglie erano emigrate.
Partite di calcio nel grande cortile, la sera cinema all'aperto, qualche ora di
lezione di italiano e storia della Basilicata, la mattina a farsi a mare il
bagno, il pomeriggio ad attraversare il bosco del Santa Venere per arrivare al
Porto e mangiarsi un gelato. E poi le puntate in autobus alla Grotta
delle meraviglie e alla Statua del Cristo. La Colonia Marina era una grande e
bella struttura a poche centinaia di metri dal mare - e lo ancora.
Funzionava benissimo a beneficio di ragazzetti fragili e bisognosi. Ora
da qualche decennio chiusa e abbandonata. Uno spreco doloroso. Valerio
Mignone sa dirmi il perch?
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Quando ero ragazzetto io, l'accesso a una conoscenza sessuale
sufficientemente concreta e diretta mi veniva dallo scorrere alcuni saggi con
immagini che mio padre medico teneva chiusi in un armadio del suo studio. E lo
facevo di nascosto vergognandomene un po'. Oggi, grazie a cellulari, computer e
canali social, dai dieci anni in su, se non prima, ci si pu immergere
nell'universo sessuale con tutto il gioco esplicito delle possibili variazioni.
Oggi, insomma, in fatto di sesso ne sanno spesso pi i ragazzetti dei loro
genitori e nonni. E non solo in fatto di sesso: direi di non importa quale
campo dello scibile umano. E' l'intero mondo della conoscenza che viene messo in discussione e a soqquadro. E noi vorremmo
risolvere lo sconquasso che ne deriva semplicemente introducendo a scuola la
lettura della Bibbia e lo studio del latino?
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Sempre meno principi e valori,
uguaglianza e democrazia, libert e diritti. Sempre pi affari, interessi, soldi.
E se ti opponi ti faccio fuori. Questi sono Trump, Musk,
e le destre mondiali.
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Ci sono due mie nipoti gemelle, vivono in quel di Montpellier
con i genitori e altri due fratelli. A Montpellier ci sono molti Marateoti.
Studiano impegnate nell'anno della maturit, ieri hanno festeggiato i
diciassette anni. Siamo geograficamente lontani, non ci vediamo cos di
frequente come vorremmo. Io sono il loro nonno anziano, loro ragazze giovani.
Ma affetti e sentimenti costruiscono legami che rendono vicini. E' cos che si
diventa realmente ricchi.
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Vent'anni fa De Luca era Sindaco di Salerno, io lavoravo a Roma
all'Ufficio Studi delle Coop. Chiesi a De Luca una intervista per conoscere il
suo pensiero sulla Cooperazione. Me la concesse, mi ritrovai nel suo ufficio
del Comune di Salerno a rispondere da dietro la scrivania alle mie domande.
Persona civilissima, seria, competente, ma con una peculiarit che mi colp
assai. L'intervista dur oltre un'ora, domande e risposte furono molte. Ma De
Luca evit rigorosamente di incontrare con il suo il mio sguardo. Mai una
volta. Lo tenne sempre fisso sopra la mia testa sull'orizzonte del mare che
appariva attraverso la vetrata di un balcone. Tanto che all'uscita mi venne da
pensare: ma questo Sindaco ritiene di poter esercitare il potere del suo ruolo
solo evitando la parit dell'incontro diretto e paritario con l'umano? Ecco,
forse allora non mi sbagliavo.
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Potessi scegliere, mi piacerebbe tornare ad abitare in tre
paesi del vicentino: Breganze, dove ho vissuto fino ai sei anni, Lovara di
Trissino, fino ai dodici, Altavilla, d'estate a casa di mia nonna, fino ai
diciassette. Chiss come li ritroverei oggi, a distanza di tanti anni: uguali o
radicalmente cambiati? O soltanto un mio tardivo desiderio nostalgico? Tanta
parte di quello che sono stato me l'hanno regalata loro. Invece trascorro
questi miei ultimi giorni in un paese del Golfo di Policastro, esattamente
a quelli radicalmente opposto. E voi dite che non sono fortunato.
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Lavorare al massimo possibile nei due mesi estivi al servizio dei
turisti benestanti. Per poi lavoricchiare riposando soddisfatti gli altri dieci
mesi. Soldi soddisfacenti, zero inquinamenti, bellezze naturali abbondanti. E
poi dice che i borghi lungo il Golfo di Policastro non sono un paradiso.
Ma i ventenni se ne vanno, e di bimbi ne nascono sempre meno. A causa dei dieci
mesi vuoti e assenti? Carlo Levi sosteneva che Cristo si fermato a
Eboli. Forse oggi direbbe che i turisti arrivano solo nei mesi estivi. E
i giovani non sono pi sottomessi e servili.
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Quando un umano smette di immaginare,
credere, pensare, appassionarsi e amare, smette di fiorire.
Non ha pi emozioni vere, non sa pi amare n
odiare, solo chiuso nella tana del suo cortile.
Non pi coraggioso n vile. E' solo diventato nella sua aridit cieco e servile.
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Camminare il primo giorno del
nuovo anno
bello dritto lungo il mare,
oggi vivo delle sole
increspature azzurre.
In alto il cielo risplende per
il pieno sole.
Un bambinetto che incrocio, e
non conosco,
mi d il buon anno
salutandomi con la mano.
I gabbiani che mi volano
intorno
mi fanno sentire legnoso e
rigido come un corno.
O come un uovo panciuto e
rotondo.
Il che non mi esime dal
fare
i miei auguri a tutto il mondo.
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