GIAN CARLO
MARCHESINI
Pensieri del 2025
Oltre quarant'anni fa ho lavorato per un paio di estati alla
Casa Vacanze del Collegio Scuola di Fiumicello in quel di
Maratea. Organizzavo le giornate del centinaio di ragazzini e ragazzine figli
di famiglie lucane emigrate nei vari Paesi europei, che la Regione Basilicata
ospitava per le vacanze al Collegio Scuola. Li accompagnavo al mare la
mattina, al pomeriggio organizzavo tornei di calcio
nel grande spazio centrale della Colonia. Oppure li accompagnavo a fare una
passeggiata attraverso il bosco del Santavenere per arrivare al
Porto dove mangiare un gelato. La sera, dopo cena, organizzavo
all'aperto la proiezione di un film adatto a loro. Li ho accompagnati anche a
vedere la Grotta delle Meraviglie e, sulla montagna, la statua del Cristo. Ho
fatto tutto con una così forte immedesimazione e passione da lasciarci un pezzo
dell'anima. Che ho ritrovato anche oggi che sono tornato a vedere il Collegio
Scuola. Solo che continua ad essere chiuso da due
decenni. E il ritrovarlo chiuso e abbandonato mi ha ferito la parte dell'anima
che ancora lo sente come parte della mia vita. Il Collegio Scuola l'ho conosciuto pieno di vita, energia, allegria. Ora è un
cadavere morto. E a me viene da piangere per lo spreco.
Maratea.
Passeggiare meditando tra Piazza
Europa e Parco Tarantini.
Leggere i
giornali per incontrare il mondo a Piazza Pietra del Sole.
Salire in
arrampicata fino al Giardino delle Arti da dove contemplare il mare.
Andare a rilassarsi nella quiete
armoniosa di Villa Gennari.
Calarsi dentro gli anfratti
segreti della Grotta delle Meraviglie.
Passeggiare accanto alle onde
della Spiaggia Nera.
Andare a raccogliere le castagne
nei boschi di Trecchina.
Rendere omaggio all'abbandono
del Collegio Scuola di Fiumicello.
Arrivare ad Acquafredda per
genuflettersi davanti a Villa Nitti da 50 anni chiusa.
Mio Dio, dimenticavo il Cristo,
San Biagio e Padre Pio.
Ma dietro il supermercato di Piazza Europa c'è
una chiesetta sempre chiusa che io apprezzo molto.
Stanotte ho sognato che stavo felice in casa con i miei cari.
Ero beato, emozionato tra figli e nipoti, ma nello stesso tempo triste e
depresso. Soffrivo per l'immanenza che sentivo della mia partenza, l'essere
destinato ad andarmene senza alternativa. Noi godiamo
perché ci siamo: ma sappiamo che tanto prima o poi
partiremo e lasceremo tutto. Ma perché la vita è un
gioco così inesorabilmente complicato e perverso?
Nel centro storico di Maratea ci sono anche i padroni. Stanno
severi e muti in quello che considerano il loro regno. Ti squadrano come se tu
fossi un invasore inopportuno. Non ti regalano il cenno di un sorriso. Il centro
storico è il loro dominio. Puoi ritenerti fortunato se ti accolgono e
sopportano. Non sono nati per ospitare, figuriamoci per servire! Vogliono
solo incassare soldi per campare. Paga, e scompari il
più velocemente possibile.
Come spesso succede ai luoghi molto belli, il Giardino delle
Arti a Maratea è quasi sempre chiuso. Come se
consentire che la bellezza fosse liberamente goduta significasse profanarla. Ma
a un lato del cancello di ingresso sbarrato c'è un
varco stretto e seminascosto dal quale, torcendosi e spingendo, si
può entrare. Ecco: la grande bellezza è un luogo magico cui è possibile
arrivare trovando il varco nascosto dal quale, spingendo e torcendosi, è
possibile entrare.
Sono milleottocento le firme raccolte da Legambiente e altre
associazioni civiche e ambientaliste contro il progetto di privatizzazione del Porto di Maratea. Non mi sarei aspettato una cifra così
elevata. E' la comunità che si oppone nel suo insieme a una tendenza a piegare
Maratea a favore degli interessi di una minoranza ricca. Sarebbero altre
conferme importanti il recupero e l'utilizzo a fini sociali del Collegio Scuola
di Fiumicello e di Villa Nitti ad Acquafredda strutture importanti chiuse
abbandonate da decenni.
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Tre statue
nude: una di una donna irrorata da getti d'acqua nella vasca davanti al palazzo
comunale di Maratea. L'altra della Spigolatrice esposta sul lungomare di Sapri ad
attendere Carlo Pisacane con i suoi trecento soldati. La terza, quella
del ragazzetto che si torce all'inizio della passeggiata del porto di Scario perché morso a un tallone da un granchio.
Sono belle statue esposte nude in punti di grande passaggio sociale. Le
preferisco alle centinaia di statue di San Biagio che, ricoperte di stoffe,
reclamano una genuflessione reverenziale.
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A fronte di quotidiani flagelli come Gaza e
l'Ucraina, flussi migratori caotici dall'Africa e dall'Asia, inquinamento
ambientale progressivo sempre più tossico, sempre più potente industria delle
armi fomentatrice di guerre, spopolamento e impoverimento crescenti delle
Regioni Meridionali, e via elencando il peggio del peggio, quanto vorrei
che fossero vive e disponibili, raccolte intorno a un tavolo a discuterne
soluzioni e rimedi, le persone da me predilette di cui propongo un immaginario
e miracoloso elenco: Pio La Torre e Piersanti Mattarella, Enrico Berlinguer e
Aldo Moro, Mauro Rostagno e Peppino Impastato, Ignazio Marino, Angelo Vassallo,
Mimmo Lucano, Carlo Pisacane, Costabile Carducci, Francesco Saverio Nitti e il
nipote Gian Paolo. E
invece a decidere ci ritroviamo un Governo parafascista, gli autocrati e
imperialisti Trump e Netanyahu, Servizi segreti, Forze militari, massoneria,
mafie e Nato.
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A parte la bellezza complessiva della Villa, i pesciolini rossi
che nuotano dentro una vasca piena d'acqua sono dentro Villa Gennari la sola
cosa che si muove viva. A parte l'intensità vissuta dei vicoli del centro
storico di Maratea, la cosa più bella oggi appesa ai
loro muri sono i quadri di Ferdinando Tasca, esposti e gestiti dal pittore
stesso. Ma per unire due realtà così belle e purtroppo semi abbandonate, non sarebbe meglio trasferire ed esporre i quadri dentro Villa
Gennari, in modo da far loro avere almeno la compagnia dei pesciolini rossi?
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Piazza Pietra del Sole strapiena ieri sera per la presentazione
del libro di Tina Polisciano Come in un romanzo, che racconta storia e vicende
dell'albergo Santa Venere attivo in quel di Fiumicello di Maratea. Meglio di
così non potevano essere raccontate, insieme a quella
dell'industriale piemontese Rivetti che, venuto a Maratea per realizzare
stabilimenti industriali grazie ai finanziamenti della Cassa per il
Mezzogiorno, quello che poi ha lasciato nel tempo è stato un albergo di lusso
per i ricchi sulla costa, e una enorme statua del Cristo sulla montagna. Ai
piedi della quale si è alla fine fatto seppellire. Ma si tratta appunto di
strutture e esteticamente belle e di grande successo
economico e sociale al servizio dei ricchi. E perché non scrivere anche un
libro sulla storia del Collegio Scuola di Fiumicello, vero Albergo per i poveri
perché al servizio dei minori con famiglia in difficoltà sociale e economica, che grande e bello a duecento metri dalla
spiaggia è da decenni chiuso e abbandonato e se ne sta andando in rovina? Forse
che accogliendo e onorando i turisti ricchi intendiamo
compensare l'ìmpoverimento generale e lo spopolamento sociale con i bambini che
nascono sempre meno e i giovani che se ne vanno?
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Venti ragazzini e ragazzine sui dieci anni partecipano a un
corso di giornalismo organizzato dalla Biblioteca del Parco Tarantini di
Maratea. Si raccontano scrivendo MaraNews. Il giornale dei ragazzi. Stasera ho
partecipato emozionato a una lezione anch'io. Quindici anni fa, nella scuola
Fratelli Bandiera di Roma, con una ventina di ragazzi e ragazze di terza
media abbiamo lavorato insieme in un laboratorio di scrittura in cui allievi e
allieve si raccontavano scrivendo liberamente. Ne è uscito il libro La
scrittura che salva. E' stata una delle mie più belle esperienze di lavoro.
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A guardarsi intorno seduti al centro del Giardino delle Arti è come essere avvolti da tre pance. La prima alle
spalle è quella delle colline e montagne, la seconda è quella liquida del mare
all'orizzonte. la terza è quella in alto dell'azzurro
del cielo. Non c'è nulla intorno di stonato o aggressivo, è tutto accogliente,
gradevole, ordinato. Viene da nominare il Giardino delle Arti come Piazza del
Paradiso. Malgrado la bellezza complessiva del
territorio, non conosco a Maratea un posto più bello
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Requiem per la Basilicata?
"La Basilicata non può essere lasciata morire in
silenzio." Questo è l'appello del sindaco di Latronico alla Regione
Basilicata, che appare in prima pagina su il sirino, periodico lucano di informazione, storia e cultura. Nella parte bassa della
pagina il giornale, pubblicato a Nemoli, annuncia che dopo trent'anni di
pubblicazioni mensili chiuderà la sua attività alla fine dell'anno in corso.
Insomma, una prima pagina di annunci funebri riguardanti lo stato della
Basilicata: che dal 2001 ha perso oltre 50.000 abitanti, ventimila dei quali
laureati e diplomati. E Maratea, in questo contesto e
percorso, dove si colloca?
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La Villa di Maratea intitolata al Cardinale Gennari non è soltanto bene disegnata e
articolata grazie a una serie di piazzette panoramiche sul mare. ma è anche avvolta da un trionfo di piante con i loro rami
ricchi di verde. Silenzio, pace, ventilazione, vista sul mare, immersione nel
verde. A Villa Gennari non manca nulla della bellezza artistica e naturale. Sarà per questo che è ignorata?
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La Villa comunale di Maratea intitolata al
Cardinale Gennari è così bella, ma così abbandonata e sola, che la eleggerei a
mia dimora. Dormendo la notte con una coperta dentro la grotta.
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Ritrovarsi una sera con amici acquafreddari
conosciuti quarant'anni fa, allora ventenni oggi ultrasessantenni. E stare ancora bene in
loro compagnia osservandone con piacere mutamenti, continuità e conferme.
Hanno maggior consistenza e spessore, si sono riempiti di curve ed energia.
Allora erano desiderosi di sapere, sperimentare, capire. Oggi hanno visto,
hanno fatto, sanno. Racchiudono il meglio possibile che un essere umano possa nel suo percorso conquistare. Ma
sguardo e sorriso conservano ancora spontaneità ed energia ragazzina.
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Come corpi di guardia. a Maratea ci
sono quelli istituzionali armati: Carabinieri, Finanza, Polizia. Poi ce n'è un
quarto non armato, ma altrettanto presente e attivo. Sono gli anziani che
passano la loro giornata a camminare per le vie del centro, o seduti su qualche
panchina. Costituiscono una forma e una forza di controllo sociale permanente.
Fissano tutto ciò che passa, si muove, succede in giro per le strade. Non deve
sfuggire loro niente, il loro sguardo è più diretto e ficcante di quello
di un serpente, Il loro evidente messaggio è: questa è casa nostra, statevi
accorti a come vi muovete e a quello che fate. A noi non sfugge niente.
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Oltre alle tante statue di Padre Pio. della Vergine e
di San Biagio, Maratea ha due statue fondamentali: quella della donna nuda
sotto i getti d'acqua dentro una vasca in Piazza del Comune, e l'altra del
Cristo che si esibisce eretto sulla montagna. Così maschile e femminile sono
pienamente espressi. Io preferisco la statua della donna nuda irrorata dai
getti d'acqua. Anche perché alla sua base porta questa scritta: Maratea
sempre più libera, Maratea sempre più bella.
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La vista del Golfo di Policastro che si apre ed estende tra
Maratea e Scario esprime il massimo della bellezza della natura di un territorio. C'è tutt6o il meglio: il mare vasto, il
cielo azzurro, il verde delle colline del bosco. E' la natura che si offre nel
pieno godimento del suo orgasmo. Noi umani non possiamo che limitarci a
scattare una foto, e poi metterci incantati in ginocchio.
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Ma la religiosità è la più forte delle virtù. o
una via di fuga? Perché ci si inventa e affida a un
Dio che non si conosce e del quale non si ha certezza alcuna? Cosa si cerca,
attraverso il contatto con un immaginario divino: l'onnipotenza e l'eternità? E
da che cosa invece si fugge: dalla propria fragilità e limitatezza? Perché i
nazisti si fregiavano del detto Dio è con noi? E
perché il popolo ebraico ha fatto propria la teocrazia: per ritenersi
autorizzato a eliminare con un genicidio il popolo dei Palestinesi? Ma la Chiesa di Roma non ha condannato al rogo, e bruciato
vivo, Giordano Bruno per il suo pensiero libero? E come giudicare Maratea,
cittadina di cinquemila abitanti, che ha attivato al proprio interno ben 44 chiese? Devo comunque in conclusione dire che io ammiro
un santo, Francesco d'Assisi, e un prete, don Milani.
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Il Giardino delle Arti, dal quale lo sguardo ni può beare della
vista del mare, è un paradiso. E' quasi sempre vuoto e
chiuso: sarà un paradiso proprio per questo? Ma
è meglio avere paradisi - vedi il Collegio Scuola e Villa Nitti - vuoti e
chiusi, o non averne nessuno in assoluto?
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Insieme a più di duecento persone, ieri sera ho partecipato
nella Piazza Pietra del Sole di Maratea alla presentazione del libro di
Antonello Chiacchio Abilità, Resistenza, Gestione dello Stress, nel quale viene spiegato come attraverso la flessibilità della
resilienza e una piena e corretta genitorialità si può raggiungere un benessere
collettivo. Devo dire che sentire esporre concetti gradevoli e persuasivi in
una serata incantevole e un luogo così bello mi è molto piaciuto. Ma alla
fine confesso che mi è rimasto dentro un dubbio: se per stare bene insieme è tutto così praticabile e ben tracciato, perché allora ci
troviamo con una terza guerra mondiale sia pure a pezzi in atto?
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La Basilicata, la Calabria, il Cilento, regioni del Sud in fase
di denatalità e spopolamento, e, malgrado la bellezza
dei loro territori, sempre più destinate all'abbandono, a mio avviso hanno
avuto due Sindaci di grande esempio positivo. Angelo
Vassallo, di quel di Pioppi e Acciaroli, sostenitore della tutela ambientale,
della dieta mediterranea e della giustizia sociale. E
Mimmo Lucano, fautore dell'integrazione tra nativi e migranti in quel di
Riace. Angelo Vassallo è stato ucciso quindici anni fa dalla malavita organizzata e solo oggi i colpevoli si stanno
finalmente perseguendo, Mimmo Lucano è riuscito a catalizzare su di sé tutta
l'avversione di Matteo Salvini: il che per lui come per chiunque è
indiscutibilmente grande titolo d'onore.
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Spazi comuni dove stare insieme: a partire da
un grande cortile con sessanta pini a rinfrescare il gioco in allegria di
ragazzine e ragazzini. E poi camerate con bagni, aule con
tavoli dove riunirsi per studiare e mangiare. Uffici funzionali per
insegnanti e dirigenti. Tutto intorno un silenzio
riposante, la montagna su in alto solenne, il mare a duecento metri
accogliente. Un paradiso usato per l'infanzia emarginata come
Collegio Scuola e Colonia estiva. Ora da decenni è abbandonato e
vuoto, senza una mano che lo tenga in ordine e pulito. Il vero paradiso
efficiente e perfetto è il Santavenere, hotel di lusso per i turisti ricchi.
Non vorrete mica che a Fiumicello siano alloggiati dignitosamente i bambini
poveri. Quarant'anni fa ci venivo quotidianamente per organizzare tornei di
calcio per i ragazzini, raccontare loro in aula la storia della Basilicata,
accompagnarli al mare per un bagno. o a visitare la
Grotta delle meraviglie e a contemplare la statua del Cristo. Ora ci passo ogni
tanto, quando posso, per portare al cadavere del Collegio Scuola un fiore in
omaggio.
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La vecchiaia significa calo di udito, di vista, di memoria, di
energia. Insomma, tutte le facoltà e le risorse, le funzioni di cui disponiamo
via via si indeboliscono. Ci si prepara a partire per
non si sa dove. Ma nello stesso tempo i tanti anni di vita vissuta al possibile
meglio si sono trasformati in un carico tale di
sensibilità, esperienze, emozioni, che non si hanno più dentro spazi adeguati
dove contenerli. Ci si ritrova, via via che si invecchia,
insieme più vuoti e più pieni, più ricchi e più poveri. Pedalando meno,
paradossalmente si va dovunque e più veloci.
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Ogni pomeriggio, se rimango a Maratea, e visto
che la casa dove abito è poco lontana, raggiungo Parco Tarantini con la
sua Biblioteca. Ma è quasi sempre chiusa, e allora
entro dal cancello nel giardino che la circonda, mi siedo su una panchina,
leggo un libro che mi porto in borsa e prendo appunti su un quadernetto.
Insomma, penso di poter dire che, grazie a me, la Biblioteca intitolata a José
Cernicchiaro, normalmente chiusa, un fruitore ce
l'ha quasi ogni giorno di sicuro.
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Te ne sei andato a 37 anni per un
incidente d'auto sulla Statale in quel di Fiumicello. Eri stato eletto il
giorno prima consigliere comunale a Maratea e alla Regione Basilicata. Eri
docente di Storia alla Sapienza di Roma. Ti chiamavi Gian Paolo Nitti, eri il
nipote prediletto di Francesco Saverio. Eri capace, colto, intelligente.
Avresti potuto svolgere un ruolo politico importante a favore della Basilicata,
del Sud e dell'intero Paese. Oggi di te è rimasta una Villa bellissima
vuota da 50 anni in quel di Acquafredda, e un mazzo di
fiori di plastica per strada a terra. Così purtroppo per chi
è umano può succedere nella vita.
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Perché la Regione Basilicata ha acquistato Villa Nitti nel
1970, se poi l'ha lasciata praticamente sempre vuota e
chiusa? La lezione che se ne ricava è che la Basilicata non ha idea di come
utilizzare a beneficio di tutti le strutture grandi e belle che possiede. Davanti alla bellezza straordinaria è come
rimanesse muta e paralizzata. Come se dicesse: che c'entro io, e cosa ho fatto
per meritarmi tutto questo?
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Dio, Patria, Famiglia:
rassicurante, monolitico e precostituito.
Libertà, Giustizia Sociale,
Democrazia, complicato, per nulla semplice né scontato. La prima triade è un
regalo consolatorio, la seconda una sfida. La prima è una cuccia nell'orto di
casa. La seconda è un sentiero in montagna, o una strada impegnativa. La prima
è un parto definito e prodotto da terzi. Alla seconda ci deve pensare ognuno in
proprio, con il rischio di non farcela.
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Agli abitanti di un borgo bellissimo come Maratea si chiede di
diventare specialisti nell'accogliere e far stare bene i turisti. Ma vi rendete conto di quanta pazienza, empatia e competenza
si devono mostrare capaci? Gli abitanti di un borgo invaso da turisti devono
essere un po' cuochi e un po' camerieri, un po' medici e un po' psicologi, in
po' intrattenitori e un po' artisti. Per fortuna oggi ad arrivare sono i
turisti, non i pirati saraceni o gli eserciti colonialisti.
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A Maratea c'è da anni un pittore che ogni giorno espone le
attuali sue 64 opere sui muri dei vicoli del centro
storico. Basta fare due passi e i quadri si possono ammirare tutti. Poi alla
fine della giornata, aiutato da Michele della Merenderia, quel pittore stacca
le decine di quadri per riporli dentro una stanza. Fa questo da anni, e penso
lo farà finché campa. Compone le sue opere con una tecnica particolare di incisione dei colori che si chiama ipertrofia sul
legno. Il risultato è spettacolare. Le scene proposte riguardano in gran parte
i luoghi canonici più conosciuti di Maratea: il porto, i monumenti, le strade e
le piazze. Ne sono una riproduzione che artisticamente li valorizza. Più altri soggetti scelti dalla cultura e sensibilità dell'artista.
Ciò che colpisce è che questa ricchezza di opere d'arte stanno
appese sui muri di vicoli di vecchie case abbandonate e vuote. Come se il
meglio e il massimo di una capacità artistica avesse
deciso, con la sua bellezza, di riscattare quelli che sono altrimenti vicoli
abbandonati. I 64 quadri di Ferdinando Tasca stanno
benissimo anche appesi a muri così cadenti. Ma non meriterebbero di essere
esposti e goduti in un contesto civile migliore, una
scuola, un museo, un edificio comunale?
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Questi non sono affatto sportivi che
amano muoversi con la loro motocicletta. Sono guerrieri che amano il frastuono
e la forza dei loro motori, ricoperti e bardati di armature militari. A Maratea
si sono concentrati in questi giorni in centinaia in Piazza della Fontana
Vecchia per esibire tutta la potenza della loro forza. Con esibito uno
striscione che recita Motoclub il Redentore, che pretende di mettere insieme
valori, immagini, storie che una con l'altra proprio non hanno niente a
che vedere. Cosa c'entra Il Cristo con i suoi discepoli pescatori con tutta
questa clamorosa esibizione di potenza e fragore? Questi motociclisti guerrieri
è come dicessero: toglietevi dai piedi. Qui, al centro
dell'universo, ci siamo soltanto noi.
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C'è chi non vede l'ora di sedersi a tavola per saziarsi del
miglior cibo. C'è chi legge romanzi e guarda i film
perché, essendo carente nella sua, ama storie, avventure, esperienze di vita.
C'è chi si tuffa in mare perché vorrebbe tornare in pancia alla mamma. C'è chi
va allo stadio, o gioca al lotto, per vedere se almeno lì vince. C'è chi va
all'uscita di una scuola perché della gioventù gli piace
la grazia e l'energia. C'è chi si impegna in
politica per portare il suo contributo agli ideali di giustizia sociale, pace,
democrazia. C'è chi si droga perché così evita di fare i conti con la vita. C'è
chi si suicida ha del tutto perso il senso della vita.
C'è chi va al bordello per scaricare quello che troppo gli preme in fondo alla
pancia. C'è chi va in chiesa perché vorrebbe tanto il sacro e l'eterno. Tanto
poi andiamo a finire tutti sottoterra.
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In un luogo posto in alto chiamato Giardino delle Arti, che nel
passato ha funzionato da orfanatrofio, c'è a Maratea una bella struttura che
oggi ospita incontri e convegni a carattere culturale. Dalla piazzetta che gli
sta davanti, seduti su una panchina, si godono le colline ricche di boschi che
stanno intorno, il cielo magnifico che sta sopra, la
distesa del mare azzurro che freme ai piedi fino all'orizzonte di Scario. A
parte il canto di qualche uccelletto, il silenzio intorno è assoluto,
l'aria accarezza leggera e il sole avvolge e illumina di luce. Non credo ci sia
un insieme di territorio naturale, del quale il Giardino delle Arti è al
centro, più bello di questo. E' tutto gratis e a portata di quattro passi. Come
si può non felicemente goderselo?
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Arrivato a Maratea, sono stato informato che Nicolino, creatore
della Merenderia, locale nel cuore dei vicoli del centro storico, a marzo se
n'è definitivamente andato. Aveva 77 anni, non era
così anziano. L'ho conosciuto trent'anni fa circa, il suo locale rustico ma
accogliente mi era così piaciuto che ne ho scritto un elogio su un giornale
lucano. Anche lui lo ha letto, e quando la sera ci
siamo incontrati mi era così grato che mi ha abbracciato piangendo. E'
stata la figlia che ieri sera alla Merenderia mi ha raccontato della sua
partenza finale e definitiva. Ne è ancora così addolorata che alla fine non ha
potuto trattenere le lacrime. Meno male che poi, facendo una passeggiata, sono
stato confortato dai ragazzi e ragazze che ho incontrato. Mi hanno subito
riconosciuto e salutato dopo otto mesi di assenza.
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Quando mi trasferisco girovagando tra Santa Maria di
Castellabate, Acciaroli, Scario, Sapri, Acquafredda e Maratea, dove in
quest'ultima adesso sto, è come approdassi comunque e sempre a casa mia. Oramai
la costa del Golfo di Policastro, tra Campania e Basilicata, mi è entrata nel
cuore e nell'anima, nel petto e nella pancia. E' la terra mia. Cosa avrò fatto
io per meritarmi tanta bellezza?
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Una delle definizioni possibili, e ahimè molto probabile, del
politico oggi. Colui il quale mette insieme una squadra di collaboratori la cui
attività è finalizzata a produrre opere e progetti pubblicamente finanziati. I
finanziamenti, il più possibile elevati, vengono poi ,
una volta ottenuti, in larga parte distribuiti ai componenti della squadra e
alle aziende e società che si sono prestate complici. Insomma, il politico oggi
si direbbe essere quella figura che accede ai soldi pubblici e in buona parte
li utilizza per spartirseli con soci e collaboratori. E così la politica
diventa un espediente per impossessarsi del denaro altrui.
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Ho conosciuto Ernesto Galli Della Loggia quando ho scritto un
libro, Colui che non è diventato, sulla vita di Gian
Paolo Nitti, suo docente di storia all'Università di Roma. I due erano in auto
insieme quando ebbero un incidente sulla Statale 18 di
Maratea, incidente in cui Gian Paolo Nitti morì. I due, per passare le vacanze
insieme, si incontravano spesso nella Villa Nitti di
Acquafredda. Galli Della Loggia mi ha raccontato
che Gian Paolo Nitti, oltre a essere un militante comunista convinto,
ammirava a tal punto il Che Guevara da essere andato a Cuba per onorarlo. Ora
leggo un suo intervento in cui rimprovera Netanyahu
per non essere più severo e duro nei confronti del popolo palestinese.
Evidentemente l'amicizia con Gian Paolo Nitti non è bastata a metterlo sulla
buona strada.
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Se si arriva ad ammazzare intenzionalmente e sistematicamente i
bambini vuol semplicemente dire che si è perso ogni legame sano e serio con la
vita. Chi ammazza bambini lo fa perché dentro è morto pure lui.
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Amo il gioco del calcio da quando ero ragazzino. Lo trovo, con
le sue trame creative, irresistibilmente coinvolgente. Ma
dopo avere assistito a Santa Maria in una sala con altre cento persone alla
partita con cui il Napoli ha vinto lo scudetto, ho capito, per l'esplosione di
entusiasmo corale, che per i tifosi del Napoli non si tratta soltanto di una
passione, ma di una fede, una religione.
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I miei complimenti a Marco Rizzo, Sindaco di Castellabate, che
sulla facciata del Palazzo Municipale ha fatto esporre un grande drappo a
favore della Palestina.
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Un bimbetto, per quanto piccolo, di sua natura e fattura è un
capolavoro assoluto. Andrebbe come un'opera d'arte ammirato,
contemplato e studiato. C'è dentro il meglio di tutto, è' la natura che
racchiude il suo massimo. Ci sono dentro insieme l'animale e Dio. Bastano un
sorriso, una carezza, una lacrima di pianto. e si è
assaporato un incanto. Ma c'è chi ne uccide a migliaia
con le bombe premendo un pulsante con un dito dentro il guanto.
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Ma che gioia vedere quante sono le scolaresche che giorno dopo
giorno, con i loro insegnanti, arrivano da diverse città e regioni per visitare
Santa Maria di Castellabate. E la perlustrano e godono - strade e piazze,
spiagge, Villa Matarazzo, Il Castello. L'incontro tra la bellezza del
territorio, le sue espressioni di arte, storia e cultura, con la giovane vita che gode e impara, è lo spettacolo più bello
che esista.
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Negli ultimi decenni gli abitanti di Castellabate sono passati,
nel loro impregno lavorativo prevalente, dall'attività di pescatori e
agricoltori a quella di muratori. Oggi l'attività principale è quella di
accogliere e affittare case ai turisti vacanzieri benestanti. E quella di
commercianti. Le campagne sono state in larga parte cementificate,
il mare, dopo tante pesche a strascico e con le bombe, conserva pesce in
quantità sempre più ridotte. Le attività turistiche sono concentrate in estate:
nelle parti restanti dell'anno si campicchia e si sopravvive. Cinema, librerie
e biblioteche chiudono, ci si concentra su cellulari, calcio scommesse e
sigarette. Bambini ne nascono sempre meno, i giovani se ne vanno appena
possono. La scritta che domina sulle porte delle case e sui muri delle strade è
Fittasi. Il territorio bellissimo si è specializzato nel vendersi. D'altra parte, in assenza di fabbriche e industrie, tocca pure
campare. Ma non è attualmente lo stato
prevalente delle regioni del Sud?
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Elon Musk fa il saluto fascista con la sua peggiore faccia
infuriata. Donald Trump, che si esibisce vestito da Papa, spara senza freni
tutto quello che gli sgorga dalla pancia. E Vance è affetto, insieme a loro, da un delirio di onnipotenza. Questi sono capaci di
tutto, anche di decidere il lancio di una bomba atomica. Andrebbero chiusi
dentro un orto, sotto scorta, ad allevare conigli e coltivare insalata.
ooo
Centinaia di maschi adulti, vestiti di nero e la testa rasata
come paracarri, salutano in riga a braccio alzato e mano aperta. Sono l'immagine
primitiva del cavernicolo che rifiuta ogni novità, varietà, differenza. L'esatto opposto, e spaventato, di una manifestazione queer
colorata e variegata. A mandarli in bestia basta qualcuno che dall'alto
di una finestra spalancata intona una canzone diversa. Papa Francesco si sarà
rivoltato nella tomba. Sicuramente non per la canzone antifascista.
ooo
l Francesco che mi piace di più è il Papa che, dopo la strage di
migranti affogati in mare, sceglie di ricordarli facendo il suo primo viaggio a
Lampedusa. E che invia a Mimmo Lucano, Sindaco di Riace osteggiato da Salvini
per le sue politiche di accoglienza dei migranti, una lettera di solidarietà.
Non ho bisogno d'altro per apprezzarlo.
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Stanotte Papa Francesco mi è apparso in sogno. Aveva un volto
felice, mi ha detto che stava seduto accanto al Cristo con gli angeli che
intorno cantavano in coro. Tutti si volevano bene e andavano d'accordo. Mi ha
anche detto che gli avevano chiesto di salutarmi mio padre, mia madre e i miei
fratelli che da anni stanno in Cielo. E che tutti mi attendevano con gioia
senza per questo mettermi fretta. Francesco ha anche detto che aveva disposto
per me un tavolo con quaderno e penna dove avrei potuto scrivere per
l'eternità. Quando stamattina mi sono svegliato, ho attivato, per restare con
il sogno in sintonia, Beethoven con l'Inno alla gioia della Nona Sinfonia.
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In famiglia eravamo sei figli, cinque maschi e una femmina. Dei
maschi, tre se ne sono andati da alcune decine di anni. Questa notte mi sono
arrivati in sogno con scambi verbali di una intensità
così sincera e autentica, in piena e magnifica forma, che è come non se ne
fossero mai andati. Noi umani, negli affetti, nei sentimenti, nell'intimità
delle emozioni, teniamo dentro tutto malgrado la morte
abbia colpito da decenni. Sarà per questo che percepiamo
come verosimile il poter vivere eterni?
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Gerarchia apicale. Anarchia radicale. Democrazia reale. Nella
prima comandano i forti e ricchi, gli autocrati deliranti e i dittatori. Nella
seconda c'è il rifiuto viscerale di ogni potere e comando. Nella terza c'è il
primato dell'eguaglianza, il compromesso pur di arrivare a un accordo comune e
pacifico. Irrompono la prima e la seconda quando la terza è stata male
governata e tradita.
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Ho vissuto le mie stagioni sociali, politiche, culturali più belle dagli Anni Sessanta ai Novanta, passando dal Veneto all'Università Cattolica di Milano, che ho contribuito a occupare, all'apertura e conduzione dei Centri Servizi Culturali di Enna, Trapani, Agrigento e Palermo, e poi a Maratea e Sapri, approdando infine a Roma. Ho incontrato, conosciuto e fatto amicizia con le migliori persone, i giovani più aperti e innovatori di quei luoghi. Mi sono sposato due volte, ho contribuito a mettere al mondo due figli, e poi sono arrivati quattro nipoti. Ho aiutato decine e decine di ragazzi non accompagnati arrivati a Roma dal mondo intero. Non ho mai usato violenza contro nessuno. Sono anzi stati giudicato fin troppo generoso. Ora, in una terza media - così come è successo alla Fratelli Bandiera di Roma - una professoressa ha iniziato a leggere come testo scolastico in classe il mio libro scritto su Santa Maria di Castellabate. Chissà cosa succederà nel mondo dopo che me ne sarò andato.
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L'altro ieri se n' andato un vecchio
amico conosciuto negli Anni Ottanta: Felice Cesarino, Intellettuale capace e
colto, ma specialmente stimolante nello scambio amicale di gruppo. Ci
accoglieva nella sua casa in quel di Sapri vicino al mare, e ci coinvolgeva in
ricche conversazioni su ci che pi ci interessava e
piaceva. Era la partecipazione migliore di quegli anni nella ricerca di ci che pi ci appassionava: felicit possibile, libert,
giustizia sociale, democrazia. Sono grato a Felice per tutto quello che di
bello ci ha regalato. Peccato che se ne sia andato. Ancora non riesco a
convincermi che possa essere successo.
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Elena ha sei anni e frequenta la prima elementare. E' graziosa
nel viso e nel sorriso, ma specialmente perch si manifesta sincera, spontanea,
intera per come detta la sua voglia di conoscenza. Si esprime senza timore n
paura: completa e autentica. Ancora in lei non hanno fatto irruzione calcolo,
falsit, malizia. Anche da una creatura di sei anni si impara.
Elena, bambina, la forma umana che pi si avvicina a quella divina.
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La religione, con le sue immagini, regole, riti, nata a
compensazione del fatto che non accettiamo di morire. Deve sicuramente esistere
la certezza di una bella vita eterna in un Paradiso altrove. D'altra parte,
come accettare che possa definitivamente scomparire l'unica forma di vita che
conosciamo? Dove starebbero logica e senso? Se poi si destinati a scomparire
definitivamente, perch allora il comparire? Nasciamo come bimbetti implumi, e
dovremmo accettare di morire come grinzosi vecchietti?
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Novantasei anni. sette figlie e figli,
passaggi da Lauria a Maratea, da Torino a Roma. Una vitalit e
una forza d'animo, una disponibilit generosa e costante malgrado drammi e
disgrazie. Una esistenza varia, intensa e ricca
come al massimo e al meglio consente la vita. Con i piedi che camminano, le
mani che lavorano e accarezzano, il cuore che batte, la pancia che partorisce.
E la mente che non smette mai di funzionare. Ora te ne vai, e lascerai un
ricordo indelebile.
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Per qualche anno ho accompagnato nel loro tempo libero decine e
decine di ragazzetti lucani ospiti della Colonia
Marina di Fiumicello, che arrivavano da varie citt europee dove le loro
famiglie erano emigrate. Partite di calcio nel grande cortile, la sera
cinema all'aperto, qualche ora di lezione di italiano
e storia della Basilicata, la mattina a farsi a mare il bagno, il pomeriggio ad
attraversare il bosco del Santa Venere per arrivare al Porto e mangiarsi un
gelato. E poi le puntate in autobus alla Grotta delle
meraviglie e alla Statua del Cristo. La Colonia Marina era una grande e
bella struttura a poche centinaia di metri dal mare - e lo ancora. Funzionava benissimo a beneficio di ragazzetti
fragili e bisognosi. Ora da qualche decennio chiusa e abbandonata. Uno
spreco doloroso. Valerio Mignone sa dirmi il
perch?
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Quando ero ragazzetto io, l'accesso a una conoscenza sessuale
sufficientemente concreta e diretta mi veniva dallo
scorrere alcuni saggi con immagini che mio padre medico teneva chiusi in un
armadio del suo studio. E lo facevo di nascosto vergognandomene un po'. Oggi,
grazie a cellulari, computer e canali social, dai dieci anni in
su, se non prima, ci si pu immergere nell'universo sessuale con tutto il
gioco esplicito delle possibili variazioni. Oggi, insomma, in fatto di sesso ne
sanno spesso pi i ragazzetti dei loro genitori e nonni. E non solo in fatto di
sesso: direi di non importa quale campo dello scibile umano. E' l'intero mondo
della conoscenza che viene messo in discussione e a
soqquadro. E noi vorremmo risolvere lo sconquasso che ne deriva semplicemente
introducendo a scuola la lettura della Bibbia e lo studio del latino?
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Sempre meno principi e valori,
uguaglianza e democrazia, libert e diritti. Sempre pi affari, interessi, soldi.
E se ti opponi ti faccio fuori. Questi sono Trump,
Musk, e le destre mondiali.
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Ci sono due mie nipoti gemelle, vivono in quel di Montpellier
con i genitori e altri due fratelli. A Montpellier ci sono molti Marateoti.
Studiano impegnate nell'anno della maturit, ieri hanno festeggiato i
diciassette anni. Siamo geograficamente lontani, non ci vediamo cos di
frequente come vorremmo. Io sono il loro nonno anziano, loro ragazze giovani. Ma affetti e sentimenti costruiscono legami che rendono
vicini. E' cos che si diventa realmente ricchi.
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Vent'anni fa De Luca era Sindaco di Salerno, io lavoravo a Roma
all'Ufficio Studi delle Coop. Chiesi a De Luca una intervista
per conoscere il suo pensiero sulla Cooperazione. Me la concesse, mi ritrovai
nel suo ufficio del Comune di Salerno a rispondere da dietro la scrivania alle
mie domande. Persona civilissima, seria, competente, ma con una peculiarit che mi colp assai. L'intervista dur oltre un'ora, domande e
risposte furono molte. Ma De Luca evit rigorosamente
di incontrare con il suo il mio sguardo. Mai una volta. Lo tenne
sempre fisso sopra la mia testa sull'orizzonte del mare che appariva attraverso
la vetrata di un balcone. Tanto che all'uscita mi venne da pensare: ma questo
Sindaco ritiene di poter esercitare il potere del suo ruolo solo evitando la
parit dell'incontro diretto e paritario con l'umano? Ecco, forse allora non mi
sbagliavo.
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Potessi scegliere, mi piacerebbe tornare ad abitare in tre
paesi del vicentino: Breganze, dove ho vissuto fino ai sei anni, Lovara di
Trissino, fino ai dodici, Altavilla, d'estate a casa di mia nonna, fino ai
diciassette. Chiss come li ritroverei oggi, a distanza di tanti anni: uguali o
radicalmente cambiati? O soltanto un mio tardivo desiderio nostalgico? Tanta
parte di quello che sono stato me l'hanno regalata loro. Invece trascorro
questi miei ultimi giorni in un paese del Golfo di Policastro, esattamente
a quelli radicalmente opposto. E voi dite che non sono fortunato.
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Lavorare al massimo possibile nei due mesi
estivi al servizio dei turisti benestanti. Per poi lavoricchiare riposando soddisfatti gli altri dieci
mesi. Soldi soddisfacenti, zero inquinamenti, bellezze
naturali abbondanti. E poi dice che i borghi lungo il Golfo di
Policastro non sono un paradiso. Ma i ventenni
se ne vanno, e di bimbi ne nascono sempre meno. A causa dei dieci mesi vuoti e
assenti? Carlo Levi sosteneva che Cristo si
fermato a Eboli. Forse oggi direbbe che i turisti arrivano solo nei mesi
estivi. E i giovani non sono pi sottomessi e servili.
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Quando un umano smette di immaginare,
credere, pensare, appassionarsi e amare, smette di fiorire.
Non ha pi emozioni vere, non sa pi amare n odiare, solo chiuso nella tana del suo
cortile.
Non pi coraggioso n vile. E' solo diventato nella sua aridit cieco e servile.
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Camminare il primo giorno del
nuovo anno
bello dritto lungo il mare,
oggi vivo delle sole increspature azzurre.
In alto il cielo risplende per
il pieno sole.
Un bambinetto che incrocio, e
non conosco,
mi d il buon anno salutandomi con la
mano.
I gabbiani che mi volano
intorno
mi fanno sentire legnoso e rigido come un
corno.
O come un uovo panciuto e
rotondo.
Il che non mi esime dal
fare
i miei auguri a tutto il mondo.
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