GIAN CARLO MARCHESINI

Pensieri del 2025

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Questi non sono affatto sportivi che amano muoversi con la loro motocicletta. Sono guerrieri che amano il frastuono e la forza dei loro motori, ricoperti e bardati di armature militari. A Maratea si sono concentrati in questi giorni in centinaia in Piazza della Fontana Vecchia per esibire tutta la potenza della loro forza. Con esibito uno striscione che recita Motoclub il Redentore, che pretende di mettere insieme valori, immagini, storie che una con l'altra proprio non hanno niente a che vedere. Cosa c'entra Il Cristo con i suoi discepoli pescatori con tutta questa clamorosa esibizione di potenza e fragore? Questi motociclisti guerrieri è come dicessero: toglietevi dai piedi. Qui, al centro dell'universo, ci siamo soltanto noi.

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C'è chi non vede l'ora di sedersi a tavola per saziarsi del miglior cibo. C'è chi legge romanzi e guarda i film perché, essendo carente nella sua, ama storie, avventure, esperienze di vita. C'è chi si tuffa in mare perché vorrebbe tornare in pancia alla mamma. C'è chi va allo stadio, o gioca al lotto, per vedere se almeno lì vince. C'è chi va all'uscita di una scuola perché della gioventù gli piace la grazia e l'energia. C'è chi si impegna in politica per portare il suo contributo agli ideali di giustizia sociale, pace, democrazia. C'è chi si droga perché così evita di fare i conti con la vita. C'è chi si suicida ha del tutto perso il senso della vita. C'è chi va al bordello per scaricare quello che troppo gli preme in fondo alla pancia. C'è chi va in chiesa perché vorrebbe tanto il sacro e l'eterno. Tanto poi andiamo a finire tutti sottoterra.

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In un luogo posto in alto chiamato Giardino delle Arti, che nel passato ha funzionato da orfanatrofio, c'è a Maratea una bella struttura che oggi ospita incontri e convegni a carattere culturale. Dalla piazzetta che gli sta davanti, seduti su una panchina, si godono le colline ricche di boschi che stanno intorno, il cielo magnifico che sta sopra, la distesa del mare azzurro che freme ai piedi fino all'orizzonte di Scario. A parte il canto di qualche uccelletto, il silenzio intorno è assoluto, l'aria accarezza leggera e il sole avvolge e illumina di luce. Non credo ci sia un insieme di territorio naturale, del quale il Giardino delle Arti è al centro, più bello di questo. E' tutto gratis e a portata di quattro passi. Come si può non felicemente goderselo?

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Arrivato a Maratea, sono stato informato che Nicolino, creatore della Merenderia, locale nel cuore dei vicoli del centro storico, a marzo se n'è definitivamente andato. Aveva 77 anni, non era così anziano. L'ho conosciuto trent'anni fa circa, il suo locale rustico ma accogliente mi era così piaciuto che ne ho scritto un elogio su un giornale lucano. Anche lui lo ha letto, e quando la sera ci siamo incontrati mi era così grato che mi ha abbracciato piangendo. E' stata la figlia che ieri sera alla Merenderia mi ha raccontato della sua partenza finale e definitiva. Ne è ancora così addolorata che alla fine non ha potuto trattenere le lacrime. Meno male che poi, facendo una passeggiata, sono stato confortato dai ragazzi e ragazze che ho incontrato. Mi hanno subito riconosciuto e salutato dopo otto mesi di assenza.

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Quando mi trasferisco girovagando tra Santa Maria di Castellabate, Acciaroli, Scario, Sapri, Acquafredda e Maratea, dove in quest'ultima adesso sto, è come approdassi comunque e sempre a casa mia. Oramai la costa del Golfo di Policastro, tra Campania e Basilicata, mi è entrata nel cuore e nell'anima, nel petto e nella pancia. E' la terra mia. Cosa avrò fatto io per meritarmi tanta bellezza?

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Una delle definizioni possibili, e ahimè molto probabile, del politico oggi. Colui il quale mette insieme una squadra di collaboratori la cui attività è finalizzata a produrre opere e progetti pubblicamente finanziati. I finanziamenti, il più possibile elevati, vengono poi , una volta ottenuti, in larga parte distribuiti ai componenti della squadra e alle aziende e società che si sono prestate complici. Insomma, il politico oggi si direbbe essere quella figura che accede ai soldi pubblici e in buona parte li utilizza per spartirseli con soci e collaboratori. E così la politica diventa un espediente per impossessarsi del denaro altrui.

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Ho conosciuto Ernesto Galli Della Loggia quando ho scritto un libro, Colui che non è diventato, sulla vita di Gian Paolo Nitti, suo docente di storia all'Università di Roma. I due erano in auto insieme quando ebbero un incidente sulla Statale 18 di Maratea, incidente in cui Gian Paolo Nitti morì. I due, per passare le vacanze insieme, si incontravano spesso nella Villa Nitti di Acquafredda. Galli Della Loggia mi ha raccontato che Gian Paolo Nitti, oltre a essere un militante comunista convinto, ammirava a tal punto il Che Guevara da essere andato a Cuba per onorarlo. Ora leggo un suo intervento in cui rimprovera Netanyahu per non essere più severo e duro nei confronti del popolo palestinese. Evidentemente l'amicizia con Gian Paolo Nitti non è bastata a metterlo sulla buona strada.

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Se si arriva ad ammazzare intenzionalmente e sistematicamente i bambini vuol semplicemente dire che si è perso ogni legame sano e serio con la vita. Chi ammazza bambini lo fa perché dentro è morto pure lui.

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Amo il gioco del calcio da quando ero ragazzino. Lo trovo, con le sue trame creative, irresistibilmente coinvolgente. Ma dopo avere assistito a Santa Maria in una sala con altre cento persone alla partita con cui il Napoli ha vinto lo scudetto, ho capito, per l'esplosione di entusiasmo corale, che per i tifosi del Napoli non si tratta soltanto di una passione, ma di una fede, una religione.

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I miei complimenti a Marco Rizzo, Sindaco di Castellabate, che sulla facciata del Palazzo Municipale ha fatto esporre un grande drappo a favore della Palestina.

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Un bimbetto, per quanto piccolo, di sua natura e fattura è un capolavoro assoluto. Andrebbe come un'opera d'arte ammirato, contemplato e studiato. C'è dentro il meglio di tutto, è' la natura che racchiude il suo massimo. Ci sono dentro insieme l'animale e Dio. Bastano un sorriso, una carezza, una lacrima di pianto. e si è assaporato un incanto. Ma c'è chi ne uccide a migliaia con le bombe premendo un pulsante con un dito dentro il guanto.

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Ma che gioia vedere quante sono le scolaresche che giorno dopo giorno, con i loro insegnanti, arrivano da diverse città e regioni per visitare Santa Maria di Castellabate. E la perlustrano e godono - strade e piazze, spiagge, Villa Matarazzo, Il Castello. L'incontro tra la bellezza del territorio, le sue espressioni di arte, storia e cultura, con la giovane vita che gode e impara, è lo spettacolo più bello che esista.

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Negli ultimi decenni gli abitanti di Castellabate sono passati, nel loro impregno lavorativo prevalente, dall'attività di pescatori e agricoltori a quella di muratori. Oggi l'attività principale è quella di accogliere e affittare case ai turisti vacanzieri benestanti. E quella di commercianti. Le campagne sono state in larga parte cementificate, il mare, dopo tante pesche a strascico e con le bombe, conserva pesce in quantità sempre più ridotte. Le attività turistiche sono concentrate in estate: nelle parti restanti dell'anno si campicchia e si sopravvive. Cinema, librerie e biblioteche chiudono, ci si concentra su cellulari, calcio scommesse e sigarette. Bambini ne nascono sempre meno, i giovani se ne vanno appena possono. La scritta che domina sulle porte delle case e sui muri delle strade è Fittasi. Il territorio bellissimo si è specializzato nel vendersi. D'altra parte, in assenza di fabbriche e industrie, tocca pure campare. Ma non è attualmente lo stato prevalente delle regioni del Sud?

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Elon Musk fa il saluto fascista con la sua peggiore faccia infuriata. Donald Trump, che si esibisce vestito da Papa, spara senza freni tutto quello che gli sgorga dalla pancia. E Vance è affetto, insieme a loro, da un delirio di onnipotenza. Questi sono capaci di tutto, anche di decidere il lancio di una bomba atomica. Andrebbero chiusi dentro un orto, sotto scorta, ad allevare conigli e coltivare insalata.

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Centinaia di maschi adulti, vestiti di nero e la testa rasata come paracarri, salutano in riga a braccio alzato e mano aperta. Sono l'immagine primitiva del cavernicolo che rifiuta ogni novità, varietà, differenza. L'esatto opposto, e spaventato, di una manifestazione queer colorata e variegata. A mandarli in bestia basta qualcuno che dall'alto di una finestra spalancata intona una canzone diversa. Papa Francesco si sarà rivoltato nella tomba. Sicuramente non per la canzone antifascista.

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l Francesco che mi piace di più è il Papa che, dopo la strage di migranti affogati in mare, sceglie di ricordarli facendo il suo primo viaggio a Lampedusa. E che invia a Mimmo Lucano, Sindaco di Riace osteggiato da Salvini per le sue politiche di accoglienza dei migranti, una lettera di solidarietà. Non ho bisogno d'altro per apprezzarlo.

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Stanotte Papa Francesco mi è apparso in sogno. Aveva un volto felice, mi ha detto che stava seduto accanto al Cristo con gli angeli che intorno cantavano in coro. Tutti si volevano bene e andavano d'accordo. Mi ha anche detto che gli avevano chiesto di salutarmi mio padre, mia madre e i miei fratelli che da anni stanno in Cielo. E che tutti mi attendevano con gioia senza per questo mettermi fretta. Francesco ha anche detto che aveva disposto per me un tavolo con quaderno e penna dove avrei potuto scrivere per l'eternità. Quando stamattina mi sono svegliato, ho attivato, per restare con il sogno in sintonia, Beethoven con l'Inno alla gioia della Nona Sinfonia.

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In famiglia eravamo sei figli, cinque maschi e una femmina. Dei maschi, tre se ne sono andati da alcune decine di anni. Questa notte mi sono arrivati in sogno con scambi verbali di una intensità così sincera e autentica, in piena e magnifica forma, che è come non se ne fossero mai andati. Noi umani, negli affetti, nei sentimenti, nell'intimità delle emozioni, teniamo dentro tutto malgrado la morte abbia colpito da decenni. Sarà per questo che percepiamo come verosimile il poter vivere eterni?

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Gerarchia apicale. Anarchia radicale. Democrazia reale. Nella prima comandano i forti e ricchi, gli autocrati deliranti e i dittatori. Nella seconda c'è il rifiuto viscerale di ogni potere e comando. Nella terza c'è il primato dell'eguaglianza, il compromesso pur di arrivare a un accordo comune e pacifico. Irrompono la prima e la seconda quando la terza è stata male governata e tradita.

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Ho vissuto le mie stagioni sociali, politiche, culturali più belle dagli Anni Sessanta ai Novanta, passando dal Veneto all'Università Cattolica di Milano, che ho contribuito a occupare, all'apertura e conduzione dei Centri Servizi Culturali di Enna, Trapani, Agrigento e Palermo, e poi a Maratea e Sapri, approdando infine a Roma. Ho incontrato, conosciuto e fatto amicizia con le migliori persone, i giovani più aperti e innovatori di quei luoghi. Mi sono sposato due volte, ho contribuito a mettere al mondo due figli, e poi sono arrivati quattro nipoti. Ho aiutato decine e decine di ragazzi non accompagnati arrivati a Roma dal mondo intero. Non ho mai usato violenza contro nessuno. Sono anzi stati giudicato fin troppo generoso. Ora, in una terza media - così come è successo alla Fratelli Bandiera di Roma - una professoressa ha iniziato a leggere come testo scolastico in classe il mio libro scritto su Santa Maria di Castellabate. Chissà cosa succederà nel mondo dopo che me ne sarò andato.

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L'altro ieri se n' andato un vecchio amico conosciuto negli Anni Ottanta: Felice Cesarino, Intellettuale capace e colto, ma specialmente stimolante nello scambio amicale di gruppo. Ci accoglieva nella sua casa in quel di Sapri vicino al mare, e ci coinvolgeva in ricche conversazioni su ci che pi ci interessava e piaceva. Era la partecipazione migliore di quegli anni nella ricerca di ci che pi ci appassionava: felicit possibile, libert, giustizia sociale, democrazia. Sono grato a Felice per tutto quello che di bello ci ha regalato. Peccato che se ne sia andato. Ancora non riesco a convincermi che possa essere successo.

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Elena ha sei anni e frequenta la prima elementare. E' graziosa nel viso e nel sorriso, ma specialmente perch si manifesta sincera, spontanea, intera per come detta la sua voglia di conoscenza. Si esprime senza timore n paura: completa e autentica. Ancora in lei non hanno fatto irruzione calcolo, falsit, malizia. Anche da una creatura di sei anni si impara. Elena, bambina, la forma umana che pi si avvicina a quella divina.

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La religione, con le sue immagini, regole, riti, nata a compensazione del fatto che non accettiamo di morire. Deve sicuramente esistere la certezza di una bella vita eterna in un Paradiso altrove. D'altra parte, come accettare che possa definitivamente scomparire l'unica forma di vita che conosciamo? Dove starebbero logica e senso? Se poi si destinati a scomparire definitivamente, perch allora il comparire? Nasciamo come bimbetti implumi, e dovremmo accettare di morire come grinzosi vecchietti?

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Novantasei anni. sette figlie e figli, passaggi da Lauria a Maratea, da Torino a Roma. Una vitalit e una forza d'animo, una disponibilit generosa e costante malgrado drammi e disgrazie. Una esistenza varia, intensa e ricca come al massimo e al meglio consente la vita. Con i piedi che camminano, le mani che lavorano e accarezzano, il cuore che batte, la pancia che partorisce. E la mente che non smette mai di funzionare. Ora te ne vai, e lascerai un ricordo indelebile.

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Per qualche anno ho accompagnato nel loro tempo libero decine e decine di ragazzetti lucani ospiti della Colonia Marina di Fiumicello, che arrivavano da varie citt europee dove le loro famiglie erano emigrate.  Partite di calcio nel grande cortile, la sera cinema all'aperto, qualche ora di lezione di italiano e storia della Basilicata, la mattina a farsi a mare il bagno, il pomeriggio ad attraversare il bosco del Santa Venere per arrivare al Porto e mangiarsi un gelato.  E poi le puntate in autobus alla Grotta delle meraviglie e alla Statua del Cristo. La Colonia Marina era una grande e bella struttura a poche centinaia di metri dal mare - e lo ancora.  Funzionava benissimo a beneficio di ragazzetti fragili e bisognosi.  Ora da qualche decennio chiusa e abbandonata. Uno spreco doloroso.  Valerio Mignone sa dirmi il perch?

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Quando ero ragazzetto io, l'accesso a una conoscenza sessuale sufficientemente concreta e diretta mi veniva dallo scorrere alcuni saggi con immagini che mio padre medico teneva chiusi in un armadio del suo studio. E lo facevo di nascosto vergognandomene un po'. Oggi, grazie a cellulari, computer e canali social, dai dieci anni in su, se non prima, ci si pu immergere nell'universo sessuale con tutto il gioco esplicito delle possibili variazioni. Oggi, insomma, in fatto di sesso ne sanno spesso pi i ragazzetti dei loro genitori e nonni. E non solo in fatto di sesso: direi di non importa quale campo dello scibile umano. E' l'intero mondo della conoscenza che viene messo in discussione e a soqquadro. E noi vorremmo risolvere lo sconquasso che ne deriva semplicemente introducendo a scuola la lettura della Bibbia e lo studio del latino?

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Sempre meno principi e valori, uguaglianza e democrazia, libert e diritti. Sempre pi affari, interessi, soldi. E se ti opponi ti faccio fuori. Questi sono Trump, Musk, e le destre mondiali.

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Ci sono due mie nipoti gemelle, vivono in quel di Montpellier con i genitori e altri due fratelli. A Montpellier ci sono molti Marateoti. Studiano impegnate nell'anno della maturit, ieri hanno festeggiato i diciassette anni. Siamo geograficamente lontani, non ci vediamo cos di frequente come vorremmo. Io sono il loro nonno anziano, loro ragazze giovani. Ma affetti e sentimenti costruiscono legami che rendono vicini. E' cos che si diventa realmente ricchi.

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Vent'anni fa De Luca era Sindaco di Salerno, io lavoravo a Roma all'Ufficio Studi delle Coop. Chiesi a De Luca una intervista per conoscere il suo pensiero sulla Cooperazione. Me la concesse, mi ritrovai nel suo ufficio del Comune di Salerno a rispondere da dietro la scrivania alle mie domande. Persona civilissima, seria, competente, ma con una peculiarit che mi colp assai. L'intervista dur oltre un'ora, domande e risposte furono molte. Ma De Luca evit rigorosamente di incontrare con il suo il mio sguardo. Mai una volta. Lo tenne sempre fisso sopra la mia testa sull'orizzonte del mare che appariva attraverso la vetrata di un balcone. Tanto che all'uscita mi venne da pensare: ma questo Sindaco ritiene di poter esercitare il potere del suo ruolo solo evitando la parit dell'incontro diretto e paritario con l'umano? Ecco, forse allora non mi sbagliavo.

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Potessi scegliere, mi piacerebbe tornare ad abitare in tre paesi del vicentino: Breganze, dove ho vissuto fino ai sei anni, Lovara di Trissino, fino ai dodici, Altavilla, d'estate a casa di mia nonna, fino ai diciassette. Chiss come li ritroverei oggi, a distanza di tanti anni: uguali o radicalmente cambiati? O soltanto un mio tardivo desiderio nostalgico? Tanta parte di quello che sono stato me l'hanno regalata loro. Invece trascorro questi miei ultimi giorni in un paese del Golfo di Policastro, esattamente a quelli radicalmente opposto. E voi dite che non sono fortunato.

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Lavorare al massimo possibile nei due mesi estivi al servizio dei turisti benestanti. Per poi lavoricchiare riposando soddisfatti gli altri dieci mesi. Soldi soddisfacenti, zero inquinamenti, bellezze naturali abbondanti. E poi dice che i borghi lungo il Golfo di Policastro non sono un paradiso.  Ma i ventenni se ne vanno, e di bimbi ne nascono sempre meno. A causa dei dieci mesi vuoti e assenti?  Carlo Levi sosteneva che Cristo si fermato a Eboli.  Forse oggi direbbe che i turisti arrivano solo nei mesi estivi. E i giovani non sono pi sottomessi e servili.

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Quando un umano smette di immaginare, credere, pensare, appassionarsi e amare, smette di fiorire. 

Non ha pi emozioni vere, non sa pi amare n odiare, solo chiuso nella tana del suo cortile. 

Non pi coraggioso n vile. E' solo diventato nella sua aridit cieco e servile.

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Camminare il primo giorno del nuovo anno

bello dritto lungo il mare,

oggi vivo delle sole increspature azzurre.

In alto il cielo risplende per il pieno sole.

Un bambinetto che incrocio, e non conosco,

mi d il buon anno salutandomi con la mano.

I gabbiani che mi volano intorno 

mi fanno sentire legnoso e rigido come un corno.

O come un uovo panciuto e rotondo.

Il che non mi esime dal fare 

i miei auguri a tutto il mondo.

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