GIAN CARLO MARCHESINI
Pensieri
del 2023
Bisogna essere grati per
l'attivit di intellettuale, uomo di cultura, artista
e regista di cinema che ci regala Marco Bellocchio. Ho appena visto Rapito, il
suo ultimo film che mi ha fatto volare le emozioni in alto. Racconta e mette in
scena una storia realmente accaduta, che si presta benissimo a mostrare cosa
e come funziona l'umano alle prese con il potere strumentale delle fedi
religiose esercitate al massimo del loro contenzioso predatorio. Attori
magnifici, scene coinvolgenti: quella che mi ha colpito di pi, e che mi
sembrata la pi poeticamente geniale, quella in cui un bambino di sei anni si
arrampica sulla statua di un Cristo crocefisso, gli toglie i chiodi da piedi,
petto e mani, e come risultato il Cristo risuscita, scende dalla Croce su cui
stava appeso, si toglie la corona di spine dalla testa, e se ne esce dalla
chiesa camminando libero e nudo. Quella scena per me dice perfettamente tutto. Grazie a Bellocchio per avere liberato dal potere del clero
dogmatico, in virt del gesto d'amore di un bambino, quel povero Cristo
sequestrato.
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Penso di avere capito perch i
morti sul lavoro sono cos tanti al punto che ne muoiono ogni giorno. Deve
essere che chi si vuole suicidare senza farlo sapere ha deciso che il modo pi nascosto
quello di morire facendo finta che si tratti di un incidente sul lavoro.
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Sono un ficcanaso nato, non mi
sfugge niente, mi interesso di tutto. Guai se su quello che vedo, leggo,
ascolto, non faccio il mio commento. A volte piaccio, a volte disturbo e d
fastidio. A volte stimolo, a volte suono presuntuoso. Scusate, ma se non dico
quel che penso, perch campo? Dite che mi vanto? Prendere o
lasciare: intonato o stonato, il mio canto.
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Troppo cemento, troppe auto, troppo inquinamento. E' il risultato di uno
sviluppo capitalistico contro ogni limite naturale e fisico che porta al
regresso e allo sconquasso. La natura ferita e divorata, e volete che non
reagisca arrabbiata? Ah gi, c' un rimedio a portata di mano: basta salire al
secondo piano.
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Caro
Luca Luongo,
ammiro la tua cultura e apprezzo il tuo lavoro di appassionata indagine
storica. E ti sono grato perch leggendoti ogni volta qualcosa di nuovo e
interessante apprendo. Io non sono credente, ma neppure ateo. Sono
aperto, cerco di ragionare il pi possibile curioso e attento. E i valori della
spiritualit rispetto. Ma sento il bisogno di
comprenderne ragione e origine, gli effetti sociali, e il loro eventuale
strumentale uso. Ho bisogno di capire perch dovrei inginocchiarmi
davanti a un altro essere umano, quali sono i suoi meriti, su quale impegno
concreto sono fondati. Io sono nato e cresciuto in un
territorio veneto vicentino, cattolico e democristiano. Da noi, come a Maratea
c' San Biagio, c' la Madonna di Monte Berico.
Quando ero ragazzino in seminario mi portavano in
processione a renderle omaggio religioso. Oggi, quando ci torno, apprezzo la
bellezza naturale del paesaggio. La preghiera e la venerazione in ginocchio
l'ho lasciata a quando ero ragazzino. Ma capisco e non disprezzo
chi ne sente irresistibile e irrinunciabile il bisogno. Purch non si
avvalga dei simboli e del linguaggio della sua fede per impormi qualche
obbligo. Accetto la religiosit come scelta convinta, non come limite e
chiusura per l'altrui libert. Penso che, se con (San) Biagio ci fossimo
incontrati e conosciuti, probabilmente saremmo diventati amici.
Un
saluto dal tuo ammiratore Gian Carlo
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Non sono nato e cresciuto a
Maratea, per l'ho conosciuta perch per anni ci sono vissuto, e me ne sono
innamorato al punto da averne ispirazione per scriverci diversi libri. Maratea
stata ed un bellissimo territorio ospitale e condiviso. Ma confesso di non
avere nessun interesse o curiosit per le spoglie di qualcuno che arriva da
lontano, e vi approda non perch lo ha scelto, ma
perch l'imbarcazione che lo trasportava arrivata sulle sue coste grazie a un
naufragio. E capisco poco, ma sicuramente si tratta di un limite mio, perch
una comunit significativa e ricca di suo senta il
bisogno di eleggere le spoglie mortali di quel naufrago in quelle di San
Biagio, cui dedicare un culto religioso totale e assoluto. La storia da
indagare non quella del da dove viene e cosa ha
prima fatto, ma il perch un popolo senta della sua presunta santit un cos
irrinunciabile bisogno.
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Sul territorio del Comune di
Roma circolano mille auto ogni mille abitanti. Una a testa per non fare torto a
nessuno. Nelle altre Capitali europee tre o quattrocento auto ogni mille
abitanti, meno della met. E in pi continuiamo a costruire palazzi e centri
commerciali avendo il 15% delle abitazioni chiuse e vuote. Finisce che se non
torniamo a muoverci per le strade a piedi, in bici e con i mezzi pubblici,
moriremo sempre pi avvelenati. A partire dai bambini.
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Quando una grande, bella,
complessa e complicata citt storica come Napoli ha bisogno di un pretesto come
il calcio per esprimersi, esplodendo in una gigantesca baraonda collettiva,
vuol dire che quella citt non vede riconosciute e realizzate le risorse straordinarie
della sua identit. E' cio una citt pesantemente,
drammaticamente insoddisfatta. Tutto qui? Tutto qua.
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Alcune delle buone ragioni per
le quali a mio parere vale la pena di vedere Scordato, film di cui Rocco
Papaleo produttore, regista e principale interprete. Innanzitutto perch
ambientato in Basilicata, con favolosi scorci panoramici sulle coste del Golfo
di Policastro e di Maratea. Per me, che vi ho vissuto cinque anni, stata una immersione emozionante. Poi perch Rocco Papaleo, nato e cresciuto a Lauria, nel film ha messo in
scena il bilancio della sua vita, bilancio famigliare
e sociale, politico e culturale, poetico e filosofico. Penso di poter dire che
Scordato, il titolo del film, significhi insieme stonato e dimenticato. E che
questa resa dei conti cinematografica non riguarda solo la vita del regista, ma
anche la storia e lo stato attuale del Sud e in particolare della Basilicata.
Poi il film il risultato di una operazione
cinematografica raffinata e efficacissima. Rocco Papaleo
racconta se stesso mettendo in scena insieme il bambino e il giovane che stato, la sorella finita negli anni Settanta in carcere
perch comunista e brigatista, il padre e la madre nei loro eterni contrasti e
conflitti. Insomma, la storia della sua famiglia insieme a
quella sociale connessa pi ampia. Non importa che sia tutto
biograficamente vero: direi che il risultato del racconto stimolante
e perfetto. A seguire la proiezione la sala era piena
di lucani che vivono a Roma. Grazie a Rocco Papaleo e
al suo ottimo film, alla fine li ho visti uscire dalla sala con le lacrime agli
occhi.
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Festa di
compleanno con Cecilia, nostro figlio e la sua fidanzata, mio fratello e la sua
compagna. Mangiato e
bevuto bene, conversato amabilmente di tutto quello che ci interessava:
racconti, memorie, esperienze, critiche, bilanci e speranze. Tutti
in terrazza intorno al tavolo sotto un bel cielo di primavera. E alla fine il classico dolce con le candeline, il brindisi con lo
champagne. E le foto a immortalare. Questa dovrebbe essere la vita:
ognuno contribuendo insieme al reciproco benessere. Invece il tempo passa, e
bene che vada ti lascia un buon sapore in bocca, e poi mai pi ritorna.
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Oggi di di anni ne ho compiti
ottanta. Ho preso troppo, ho dato abbastanza? Lascer qualche durevole
impronta, qualche benefica traccia? Sar riuscito a trasmettere qualcosa di
utile, una piacevole carezza? Avr colmato beneficamente un'assenza, lenito il
dolore di una ferita? E' ancora tutto da capire, stabilire, giudicare. Intanto
io ringrazio tutti quelli e quelle che mi hanno
sopportato, e, se offesi, perdonato.
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Arrivati nel 1979 ad
Acquafredda, io e Cecilia abbiamo abitato nel tempo in diverse case tutte belle.
Una di queste, allora di propriet di Mango, era collocata accanto alla
splendida Villa fatta costruire in una posizione panoramica sul mare da
Francesco Saverio Nitti. L conobbi Giovanni, Rosaria
e la madre Italia che erano stati per decenni della Villa custodi e cuochi
della famiglia Nitti. E mi hanno raccontato di quella famiglia storie ed
episodi, coinvolgendomi cos tanto che decisi di leggere le opere del grande
storico, politico e statista lucano studiandole a fondo. E di
raccontarne la storia immaginandolo ottantenne vivo, e andando a trovarlo per
intervistarlo. Il libro che ne ricavai venne
presentato all'Istituto di Studi Filosofici di Napoli. Sullo slancio, avendo
ascoltato con grande partecipazione e coinvolgimento i racconti dei paesani che
l' avevano conosciuto sulla giovane e intensa vita di
Gian Paolo Nitti, nipote di Francesco Saverio, morto a 37 anni in un terribile
incidente d'auto sulla Statale 18, ne ricavai una biografia che intitolai Colui
che non diventato, aiutato nell'opera da alcuni dei suoi parenti e da Ernesto
Galli della Loggia, che di Gian Paolo era stato grande amico nonch allievo
all'Universit di Roma. E ditemi voi, pur essendo io un veneto capitato ad
Acquafredda di Maratea perch sposato a una lucana, se potevo essere pi e
meglio coinvolto in storie locali importanti dalle quali ho anche ricavato
libri.
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A 35
anni, l'et che ora ha mio figlio, vivevo a Palermo. Era il 1978, e collaboravo
nella gestione di una libreria che mi compensava con i soldi necessari al pasto
serale. Abitavo in due stanze al quarto piano di una palazzina della Vucciria,
con le finestre a perpendicolo su una trattoria dipinta in un suo quadro da
Renato Guttuso. La notte ospitavo Antonello e la sua
fidanzata, che non avevano altro rifugio. Poi l'anno dopo la Feltrinelli mi ha
pubblicato un libro, che in pochi mesi ha venduto ventimila copie. E da
librario precario sono diventato all'improvviso scrittore di successo. Poi,
grazie a Cecilia, mi sono trasferito in Basilicata a Maratea. E l, di quei luoghi e le loro storie mi sono cos innamorato
da scriverci cinque libri. Quando gli incontri con le meraviglie non mancano, e
non manca la voglia di viverle, le cose possono
cambiare in meglio.
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Un amico musicista mi ha chiesto
il testo per una sua canzone. E io questo testo gli ho
proposto. E' rimasto non poco perplesso. Mi ha detto che non ha mai musicato un mini trattato filosofico esistenziale. E
io che pensavo di essere stato originale...
Sono solo un essere umano.
Ma lo sono a volte cos tanto, e a volte
cos poco,
che manco io del tutto ci credo.
Mi guardo intorno, e mi vedo presente
dappertutto:
nel pi dolce ragazzino e nel peggiore
farabutto.
Sono sempre in movimento, prego e bestemmio,
non mi fermo mai un momento.
Dico sempre quello che penso e non mento.
Tutti mi conoscono e mi salutano.
L'unico a non sapere realmente chi sono
sono probabilmente soltanto io.
Per riuscirci mi sa che non baster
la vita che sto vivendo.
Forse ci riuscir
quando capir
che sono anch'io alla ricerca di un Dio.
Rassegnandomi al fatto di non esserlo io.
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Ho sempre pensato che ogni
territorio particolarmente bello ha un suo particolare dettaglio che lo
riassume al meglio. Confesso che applicare a Maratea questo criterio di
giudizio mi mette non poco in imbarazzo. Forse lo splendido panorama che si
gode dalla cima su cui sorge la statua del Cristo? Oppure la bomboniera
elegante e bene articolata del Porto? O il reticolo di
vicoli ospitali del centro storico? O, ancora, le colline rigogliose in alto di
Massa e Brefaro? Oppure le coste lunghe trenta chilometri
ricche di borghi, grotte e spiagge? O la Statale 18
che a ogni curva apre lo sguardo sbalordito a un panorama diverso e nuovo? O,
infine, ad Acquafredda che appoggia le spalle alla montagna e apre le cosce al
mare, con al suo centro Villa Nitti che appare come
suo invitante clitoride? Come avrete capito, scegliere il frammento pi bello
della bellissima Maratea non un affare da poco. Nel dubbio io di Maratea
scelgo l'insieme e l'intero.
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Ho deciso: per me il fiore pi
bello il glicine. Scegliere quello che piace di pi tra una
infinit di fiori tutti bellissimi non facile. Ma il glicine che si
arrampica con le sue cascate di grappoli azzurri sempre pi in alto, su alberi
e pareti, leggero e gentile ma indomabile e
irriducibile, merita il pieno consenso. Insomma, non si fosse capito, dovessi
rinascere sotto forma di fiore, mi dispiace per tutti gli altri ma sceglierei
il glicine.
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Sono innamorato perso della
bellezza in ogni sua manifestazione e forma: dal verde delle foglie degli
alberi allo scorrere dell'acqua di un fiume e nel mare, dall'esprimersi potente
del pensiero alla melodia e ai ritmi della musica, dalla forma elegante della
scultura, della pittura e della danza al conforto della lettura e della
scrittura. Ma quando il mio sguardo si posa sulla
bellezza perfetta di un viso, sul fiorire del suo sorriso, provo una sorta di
mancamento emotivo. Come se fossi arrivato alla manifestazione della bellezza
assoluta, alla comparsa di un frammento del divino. Quello che compensa tutto
l'orrore in circolazione dell'illegalit e del crimine osceno.
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Via del Pigneto oggi
organizzata per l'intrattenimento e il divertimento di ogni tipo. Musica,
schermi televisivi per le partite di calcio, ogni genere di bevande e cibo,
tavoli e sedie all'aperto all'infinito, cameriere giovani e
belle che sorridono, spacciatori che ti vendono tutto quello di cui hai
bisogno. L'apoteosi di un gradevole e onnipotente mercato invasivo. Al Pigneto e San Lorenzo, come in molti altri quartieri
storici romani, ha evidentemente vinto, o sta largamente vincendo, lo
sfruttamento delle bellezze storiche, del verde, delle piazze e delle strade,
degli spazi pubblici a favore del profitto privato. Non al servizio dei
residenti, ma del flusso turistico con l'avidit del suo mordi e fuggi. E' la
logica del mercato e del cliente che va accontentato perch ha il denaro. San Lorenzo e il Pigneto non sono pi, o sempre meno, il
risultato di secoli di storia sociale, artistica e culturale: sono diventati
piattaforme a vantaggio del conto bancario di qualcuno. Insomma, San Lorenzo e il Pigneto sono oggi assimilabili alla logica di prestazione
delle prostitute. Non soddisfano pi i bisogni abituali e normali dei
residenti, ma puntano a spremere i soldi ai turisti clienti. Che arrivano da
tutto il mondo e pagano per godersi una vacanza di pochi giorni, ore o minuti.
I quartieri storici romani non valgono pi per il loro valore d'uso prolungato
a vantaggio dei residenti, ma per quello di uno scambio immediato e fruttuoso
con i clienti. E lo chiamarono processo di gentrificazione
e svuotamento, e impero dei bed and breakfast con la loro moltiplicazione all'infinito.
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Di mio padre ricordo quando lo
accompagnavo nella vecchia Balilla a raggiungere qualche casa sperduta nelle
campagne di Lovara dove lo avevano chiamato a prestare soccorso medico. E mentre
lui visitava e curava, io mi arrampicavo su un albero da frutta di cui facevo
scorpacciata. E quando ce ne andavamo portavamo una
gallina o un coniglio con cui quella famiglia aveva compensato mio padre per la
visita. Poi mi ricordo quando lui stava seduto a gambe accavallate accanto alla
radio da cui usciva qualche brano di musica lirica. Io mi sedevo su un suo
piede, e lui cantando mi dondolava in sintonia con la musica. Poi la domenica andavamo in auto a Valdagno ad assistere a una partita di
calcio del Marzotto. E l mi comperava un magnifico
gelato.
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Il come sta girando malamente il
mondo in questi ultimi tempi - dal Covid alla guerra, dalle crisi climatiche e
ambientali agli sbarchi dei migranti con un crescente numero di affogati, alla
evidente incapacit della politica ad affrontare e risolvere questi enormi
problemi - si traduce inevitabilmente in perdita di fiducia ed energia positiva
in tutti. Ci si sente sempre pi delusi, scoraggiati, depressi, impotenti. Si
sempre meno disposti a impegnarsi anche nel risolvere i propri concreti
problemi e a dare una mano per risolvere quelli altrui. Ogni bomba che cade in
Ucraina o dovunque sia, ogni migrante che affoga, ogni prezzo di beni necessari
che vistosamente aumenta, toglie a tutti una quota di
energia necessaria a rendere migliore la vita propria e collettiva.
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C' chi partito con la
famiglia dal Bangladesh per l'Italia quando era ancora ragazzino. Poi gli
morto il padre, la madre si gravemente ammalata, i tre fratellini pi piccoli
sono stati adottati, e lui a quattordici anni stato accolto in una struttura
di pubblica assistenza. Ha frequentato la scuola fino a diciotto anni,
organizzandosi in proprio una palestra perch ci teneva troppo a crescere bene
anche nel corpo. Ora maggiorenne, si fidanzato e vive con la ragazza che
ama, ed impegnato in un lavoro con regolare contratto. Poi, per non
trascurare niente e nulla, d regolarmente esami alla Facolt di Economia cui
si iscritto. Non meriterebbe il premio Oscar per avere fatto il suo possibile
meglio malgrado tutto? Non viene da dire che il
ragazzo migrante pi svantaggiato pu diventare, se aiutato, un'ottima risorsa
per se stesso e non solo?
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"Solo una cultura sociale e
politica che comprenda l'accoglienza gratuita potr avere futuro", scrive
Papa Bergoglio nella sua enciclica Fratelli tutti. E
prosegue "Spesso di parla dell'apporto che i
migranti danno o possono dare alle societ che li accolgono. Questo
importante e vero. Ma il criterio fondamentale non sta
nell'utilit della persona, bens nel valore in s
che essa rappresenta. L'altro merita di essere accolto non tanto per quello che
ha, o che pu avere, o che pu dare, ma per quello che . Il migrante va
accolto, accompagnato, sistemato, integrato. Solo una cultura sociale e
politica che comprenda l'accoglienza gratuita potr produrre un futuro migliore
per l'intera umanit." Io non sono religioso,
sono agnostico e laico. Anche se percepisco ogni essere vivente come sacro. Ma sono particolarmente soddisfatto e orgoglioso che oggi il
Papa sia Francesco Bergoglio.
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Mentre
la moglie di Biden atterra con il suo jet militare a
Napoli per farsi consegnare dieci pizze ordinate pronte, e ripartire
rapidamente in volo per gli USA, un centinaio di migranti dai Paesi disastrati del Medio Oriente naufraga sulle coste della Calabria e
annegano insieme ai loro bambini. Cos va il mondo oggi: mica tutti possono
viaggiare allo stesso modo.
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Selinunte. L'antica
Grecia a dominare con i suoi templi il mare africano della Sicilia.
Acquafredda di Maratea e Scario. Il levar del sole e il tramonto che si godono l'uno di fronte all'altro lo splendore del Golfo di
Policastro. Acciaroli. un pezzo della migliore
Svizzera adagiata sul mare della Campania. Santa Maria di Castellabate. Qui non
si muore. Le Cinque Terre liguri. Splendide colline che precipitano zigzagando
lungo sentieri tortuosi fino all'abbraccio azzurro del mare. E chiedo scusa per
tutte le altre meraviglie di luoghi sul mare e territori nostri che non ho
citato.
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Perch amo Ennio Morricone?
Perch quando ad esempio mi capita di ascoltare la splendida colonna sonora da
lui creata per il film Nuovo Cinema Paradiso, mi rivedo nel 1969 a Enna, dove
avevo aperto e dirigevo il Centro Servizi Culturali dentro al
quale si riuniva la miglior giovent del capoluogo pi elevato della Sicilia. E
poi, dopo avere discusso sul come fare la rivoluzione, la sera andavamo insieme al cinema. Che era esattamente quello dove
stato ambientato il film con la musica di Morricone. A volte il gioco e
l'incrocio delle circostanze della vita concorrono a determinare la migliore
bellezza.
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Solo ora che ho ottant'anni capisco pienamente quanto
sono stato felice quando ne avevo otto: perch vivevo in un paesino di campagna
di duecento abitanti provvisto di tutto. C'erano due latterie
dove i contadini portavano il latte delle loro mucche che veniva
trasformato in ottimi formaggi. E poi due negozi di generi
alimentari, un macellaio e un fruttivendolo. E ancora tre bar e
trattorie. E una scuola elementare dove insegnava mia madre, e una chiesa
parrocchiale con un sagrato enorme dove noi ragazzini andavamo a giocare a
guardie e ladri e a pallone. Io avevo decine di amici e amiche, di qualcuno o
qualcuna dei quali ero innamorato cotto. E tutti
insieme raggiungevamo il torrente in fondo alla valle per pescare qualche
pesce, e a farci d'estate il bagno nelle piscine pi profonde. E si viveva
quotidianamente tutti insieme, a contatto fisico e in
relazione amicale, si partecipava collettivamente alle vendemmie e alle
mietiture, ai matrimoni e ai funerali. Oggi il centro di quel paesino
deserto, non ci abita pi nessuno, se non sulle colline qualche contadino con
orto, mucca e vigneto. Si sono tutti trasferiti in pianura intorno alle
fabbriche. L'aria e l'acqua sono inquinate per i troppi veleni prodotti e
scaricati. Di vivo rimasto il piccolo cimitero, dove
l'ultima volta che sono stato a Lovara, il mio paesino del vicentino, sono
andato a vedere e a salutare le facce dei miei vecchi amici e amiche che ora vi
riposano. Oggi d una mano ai ragazzini migranti che arrivano a Roma e devono
imparare l'italiano. Penso sia anche un mio modo per mantenermi in contatto con
i miei amici ragazzini di allora.
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Amo l'arte, la bellezza, la
musica in tutte le forme creative di cui sono capaci. Ma
fosse dipeso da me avrei sostituito il festival di Sanremo e la sua settimana
di serate televisive, con il confronto sul come trovare una soluzione di
compromesso pacifico capace di superare la guerra tra Russia e Ucraina.
Invitando a partecipare politici e chi alta espressione delle istituzioni e
della cultura. Penso che il festival sia stato invece usato come via di fuga,
alibi e copertura demagogica, e che sia stato fatto ben poco per affrontare le
questioni di ingiustizia, crisi, fame e guerra di cui
siamo in balia. Mentre il Titanic affonda, la scena pu essere ossessivamente
riempita da un popolo che canta?
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Poche righe in memoria dei tre
fratelli pi grandi che se ne sono andati.
Ciao Guido, fratello
primogenito. Eri tra i migliori del Liceo che hai frequentato. Sei approdato
all'Accademia navale di Livorno e sei diventato
comandante di una nave militare. Alla fine, non sposato e senza figli, ti sei fatto costruire una casa bellissima con la forma slanciata
di una nave che solca le onde del mare. Avresti voluto che la abitassimo tutti
noi fratelli di cui tu eri il maggiore. Ti abbiamo trovato una domenica mattina
morto di infarto mentre accendevi da solo il fuoco del
caminetto. Ma l'essere nato primogenito e avere
comandato una nave militare quanto avr influito?
Ciao Paolo, sei stato maestro di
scuola elementare, e poi giornalista apprezzato. Amavi le feste, l'allegria in
compagnia. Eri appassionato di opera lirica, me l'hai fatta conoscere all'Arena
di Verona. Amavi bere in compagnia, senza obblighi, impegni ,responsabilit.
Hai terminato la tua vita passando le giornate dentro un bar. Amavi il
divertimento e la gioia: non hai accettato la vecchiaia.
Ciao Ernesto. eri
un coerente e rigoroso ambientalista. Giravi in bicicletta, bevevi l'acqua dal
rubinetto di casa per non comprarla nelle bottiglie di plastica. Ma l'acqua naturale, grazie alle industrie chimiche dei
Marzotto, era avvelenata dal Pfas. A causa
dell'avidit criminale dell'industria capitalistica, tu, coerente
ambientalista, sei morto di tumore alla vescica. Vi ricordo tutti e tre vivi e
vitali. Non siete stati fortunati: forse non avete trovato le giuste ali.
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La mano che d a Nabil, ventenne
bangladino che arrivato tre mesi fa a Roma e lavora come cameriere al
Pigneto, funziona cos. Seduti dentro il locale un'ora prima dell'apertura, io
gli indico tutti gli oggetti che lo arredano e riempiono, e che hanno a che
fare con il suo lavoro, Nabil me li dice nella sua
lingua, io in italiano. E via via glieli faccio scrivere sulle pagine di un
quadernetto. Alla fine lui me li indica tutti nominandoli in italiano, e io cerco di ricordare il loro nome in bangladino.
Cos l'ora di apprendimento linguistico avviene in un clima di scambio
paritario. Per indicare insieme le stesse cose con il loro suono diverso, siamo
tutti e due apprendisti e maestri allo stesso tempo.
Facendo insieme il percorso di apprendimento linguistico ci conosciamo meglio
l'uno e l'altro.
Alla fine Nabil
mi ringrazia preparandomi una magnifica cioccolata calda, festeggiando cos il
nostro impegno. Non ci sono di mezzo ordini, voti o soldi.
Ci diamo vicendevolmente una mano, che anche il modo migliore per diventare
amici.
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Bella l'iniziativa
dell'associazione Scuola e Vita di Acquafredda che ha organizzato una
partecipazione corale per una festa di carnevale in maschera pi ricca perch frutto
di un contributo inventivo collettivo. E' esattamente ci che la festa stessa
del carnevale reclama. E l'edificio della ex scuola elementare a questo
positivamente si presta. Ma la pi bella festa di carnevale che io ricordo ad Acquafredda stata quella tenuta negli Anni Novanta
all'interno di Villa Nitti appena restaurata, ma ancora vuota. La festa, sempre
organizzata da Scuola e Vita, si svolse dentro le grandi sale della Villa con
balli, musica, bambini mascherati in allegria collettiva. Fosse per me,
l'associazione Scuola e Vita, che raccoglie il meglio della popolazione di
Acquafredda, dovrebbe potersi insediare dentro la Villa: per farne un luogo di incontro e confronto, un centro studi formato da
biblioteca, teatro, cinema. E pure per ospitare le danze e le
feste come queste del carnevale. Potessero esprimersi, penso che anche
Francesco Saverio Nitti e il nipote Gian Paolo ne sarebbero felici. Una Villa
storica sul ciglio del mare, cos splendida e non goduta, una
oscenit che grida vendetta.
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Nonna Anna stata la persona a
me vicina che io considero tra le migliori incontrate nella mia vita. Sempre
attiva, sorridente, positiva, impegnata a curare salute e benessere di chi le
stava accanto. E siccome mio padre e mia madre lavoravano all'esterno, di noi
suoi famigliari, della casa e della cucina si occupava
principalmente e abitualmente lei. E noi suoi nipoti eravamo
sei, nati via via nell'arco di dodici anni. Nonna Anna era originaria di
Foggia, e aveva sposato un vicentino di Altavilla. Morto il marito a causa
della peste esplosa un secolo fa, e che aveva fatto
pi morti della guerra, aveva ereditato un palazzetto collocato su una collina,
circondato da due ettari di giardino, orto e vigna, e con vista sulla pianura
che conduce a Vicenza. L ho trascorso le pi belle
vacanze della mia vita. Giochi in compagnia, feste e
scorpacciate, teatro, canti e danze, i primi amori, la bicicletta e poi la
Vespa. E nonna Anna sempre disponibile e attiva, sorridente e positiva.
Se n' andata a novant'anni che ancora si occupava di noi e della casa. E'
stata la persona pi affettuosa e generosa, la socialista e comunista non
ideologica e dogmatica, ma concreta e fattiva che abbia conosciuto nella mia
vita. Ciao e grazie nonna Anna.
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Vi prego, accogliete il mio
invito. Quando la vita se ne sar andata dal mio corpo, non voglio che diventi
pasto dei vermi interrato. Voglio che sia cremato, e le sue ceneri sparse nel
vento dalla roccia sopra i Garottoli di Acquafredda,
quella dove venne ucciso, dagli sgherri del prete
borbonico don Peluso, Costabile Carducci, eroe del
Risorgimento. Lo so, forse chiedo troppo. Ma l'idea che grazie al vento le mie
ceneri si spargano sul mare del Golfo di Policastro,
mi piace tanto.
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Qualche tempo fa sono andato una
sera a mangiare alla pizzeria con vista su Villa Nitti al girone sopra la
ferrovia di Acquafredda. Ero solo, ma non mi sono sentito affatto solo. Avevo
intorno a me, nella memoria emozionata, visi e voci dei ragazzini e ragazzine lucani provenienti da tutti i Paesi d'Europa, che io
assistevo, ospiti in vacanza a met degli anni Ottanta al Collegio Scuola di
Fiumicello. Bella pizzeria con vista sul mare e Villa Nitti,
bambini e adolescenti pieni di energia e allegria. E' stata una delle
pi belle stagioni della mia vita.
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Ho trovato curioso e un p paradossale l'essere intervistato ieri in RAI, Radio 3, a Fahrenheit, su un libro in cui racconto dieci anni di
incontri quotidiani diretti con decine di minori stranieri non accompagnati. E
l'intervista in RAI avviene da solo in una sala attraverso microfono e cuffia.
Il che, almeno all'inizio, mi ha fatto pensare a un invito a nuotare in una
vasca senza acqua. Per fortuna ho capito subito dalle domande pertinenti e stimolanti che chi mi intervistava non in presenza fisica
diretta aveva letto il libro molto attentamente. E l'intervista proseguita in
modo che ritengo interessante. E ora pu essere ascoltata su RAI Radio 3.
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I miei libri in ordine
temporale.
I nuovi termini della Questione
Meridionale. Come aprirsi, insieme alla migliore giovent
agrigentina, all'incontro e confronto tra diversi per ricavarne ricchezza
comune.
Mia cara. Da un marito compagno.
Come imparare a vivere al meglio il rapporto maschio/femmina,
uomo/donna.
Verso un mondo globale. Come
aprirsi al mondo incrementando il benessere collettivo e comune.
L'impresa etica e le sue sfide. Come rispettare e favorire nell'eguaglianza le norme comuni e i
diritti di tutti.
Compagno di viaggio. Come
impegnarsi e rigenerarsi nell'esperienza di paternit.
Quando. Come ho scoperto che il
Liceo Tasso, il pi celebrato di Roma, fondava fama e prestigio sul vanto del
pi elevato numero di bocciature. Cio sul selezionare e respingere, non sul
promuovere facendo crescere.
Shock Brasil.
Come scoprire e godere la bellezza naturale e umana al meglio
nel suo multiforme miscuglio.
Maratea e la famiglia Nitti. Come scoprire le radici storiche importanti e le bellezze naturali
uniche di Maratea e della Basilicata abitualmente considerate minori e marginali.
Lettere dal Sud. Come raccontare il proprio progressivo innamoramento, dovuto
specialmente al Sindaco Angelo Vassallo, per le tante bellezze delle citt e del
territorio del Meridione italiano.
Io non ci sto. Come raccontare
in presa diretta e cronaca quotidiana l'elezione a Sindaco di Ignazio Marino,
la guerra che gli stata mossa perch non obbediente ai poteri malavitosi,
fino alla sua cacciata dal Campidoglio con le dimissioni davanti a un notaio
dei consiglieri del suo stesso Partito.
Diario militante. Come sperimentare nel collettivo quotidiano l'importanza della
politica organizzata dalla parte giusta.
La scrittura che salva. Come
immergersi e navigare nel magma scolastico adolescenziale alle prese con la
forza della parola orale e scritta finalizzata alla
conoscenza.
Io sono la Villa. Come innamorarsi di Villa Blanc, del suo
stile liberty eclettico unico, del suo splendido parco, raccontandone i cento
anni di storia.
Minori stranieri non
accompagnati. Come accogliere e seguire per anni decine di bambini e
adolescenti lasciati praticamente soli. Scoprendo che
poi non si cos diversi, e caso mai che hanno loro
le energie miglior
Minori stranieri non accompagnati
non il mio primo libro ad essere presentato in RAI.
E' gi successo con un altro dei miei. Era il 1979, il libro si
intitolava Mia cara. Da un marito compagno, pubblicato
da Feltrinelli, e da me firmato, con il cognome di mia madre, Carlo Monico. Era il racconto diretto e schietto del mio
impatto problematico e duro con il femminismo allora
emergente e aggressivo. Vivevo a Palermo, lavoravo in una libreria. Fu una esperienza che contribu non poco a educarmi alla parit
nel rapporto tra i sessi.
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L'anno nuovo per me cominciato
bene. Stamattina squilla il cellulare, a chiamarmi Giosu Calaciura,
autore dei libri che io considero tra i pi belli
pubblicati negli ultimi anni. Malacarne, Borgo Vecchio, Io sono Ges, La Notte.
E mi annuncia di avere letto il mio ultimo Minori stranieri
non accompagnati, e di presentarlo il 12 gennaio a Fahrenheit, la
trasmissione Radio 3 che la Rai dedica ai libri. Quando si pu dire che l'anno
nuovo per me cominciato bene..
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Oltre ai due figli naturali, di
cui vado orgoglioso e fiero, penso di poter dire che lungo l'intera mia vita ho
avuto pi di una cinquantina di figli adottivi. Facendo
politica appassionatamente attiva, l'educatore di ruolo o volontario in
strutture scolastiche e rieducative varie, grazie al laboratorio di
scrittura con ragazzi della scuola media. Maschi e femmine, italiani e di quasi
tutti i Paesi del mondo, a partire dai pochi anni in s. E' stata una grande festa di affetti ed emozioni, di incontri, scoperte, conoscenza. Ho ricevuto molto, non poco credo di avere dato anch'io. Compreso
qualche malinteso, contrasto, incidente, conflitto. Il che fa parte della vita
quando si disponibili e ci si mette in gioco. Ora ho la mente e il cuore
affollati di facce, nomi, confidenze, lacrime e sorrisi. E' il modo migliore di
viversi la vecchiaia, in compagnia dei tanti affetti vissuti, libri letti e
scritti.
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