OMAGGIO A BIAGIO VITOLO
Biagio Vitolo, figlio di Giuseppe Vitolo (di Nocera Inferiore) e Giacomina Marzano, nasce a Maratea il 12 gennaio 1887 e muore a 87 anni, il 13 agosto 1974, oltre cinquant’anni fa.
Si sposò nel 1912 con Giuseppina Martino, marateota da varie generazioni, e mise al mondo nove figli, i primi due emigrarono in Colombia, tre rimasti in Italia, e quattro si trasferirono nel Venezuela (il più piccolo Carlo, grande promotore e amante di Maratea, appena scomparso nel 2024).
Tanto per contestualizzare, quando Vitolo
aveva poco più di 40 anni di età, nel 1929, venne inaugurata la SS 18 che corre
lungo la costa di Maratea collegando la Campania con la Calabria.
INTRAPRENDE L'ATTIVITÀ DI IMPRESARIO
EDILE
Vitolo era il costruttore incaricato dei lavori a “Villa Nitti”, mentre l’architetto era il celebre Vincenzo Rinaldo. I lavori di ristrutturazione si conclusero nel 1921.
Nel 1931 portò a termine la costruzione del Palazzo Vitolo, la casa di famiglia in via Alessandro Mandarini.
Nel 1933 lavorò nella costruzione della Colonia Marina a Fiumicello (per permettere le vacanze marine anche ai bambini dei paesi interni). E, per conto del Cav. Giovanni Schettino, concluse nel 1937 l’edificio “Convitto Lucano”, che ospitò le scuole secondarie e, in seguito, la sede del comune.
NELLA AMMINISTRAZIONE PUBBLICA
In una prima fase, e dopo l’incarico di Consigliere Comunale nel 1920, il 03 marzo 1938 fu nominato Podestà per tre mesi in sostituzione del Podestà D’Alitto; poi, Commissario Prefettizio nel 1939 e, con Decreto Reale, fu nominato Podestà dal 1940 al 1943, successivamente Sindaco ad agosto 1944 per altri nove mesi.
Con la proclamazione della Guerra nel 1940
spettò al Podestà Biagio Vitolo gestire la "Chiamata alle armi".
Qualche giorno dopo la firma
dell'armistizio con gli anglo-americani l’8 settembre 1943, Maratea divenne
teatro dell'avanzata delle truppe della Armata Americana.
Come scrive Franco Sisinni, nel suo libro
Maratea appunti di storia:
“Gli americani a sorpresa, non epurano il
Podestà Biagio Vitolo, ma lo incaricano della funzione di Commissario del
Comune e ciò, forse, perché è stato notoriamente amico dello statista esule
Francesco Saverio Nitti o, più semplicemente, perché lo stesso ha meritato
l'apprezzamento unanime dei cittadini per l'impegno posto a favore della sua
gente, che, ora continua a sostenere provvedendo, tra l'altro,
all'approvvigionamento per l'alimentazione quotidiana, sia pure razionata”.
Maratea, dopo la partenza degli americani,
visse in anticipo il dopoguerra, affrontando gravi problemi, soprattutto legati
alla diffusa miseria.
Piano piano, la vita pubblica e privata
recuperò il suo ritmo ordinario; si organizzano i partiti e si susseguirono
amministrazioni comunali di breve durata, finché di nuovo Biagio Vitolo vince
le prime elezioni col suffragio popolare, con il partito della Democrazia
Cristiana e ritorna a essere sindaco dal 1952 al 1961.
Franco Sisinni prosegue nel suo libro con
le seguenti parole: “...Il Vitolo, già valente imprenditore edile, con un
accentuato senso estetico, appena sufficientemente istruito, ma certamente
dotato da una vivida intelligenza e da un non comune talento politico, che si è
affacciato giovane alla vita pubblica accanto allo statista Francesco Saverio
Nitti (che ha fieramente difeso contro gli squadristi fascisti che tentavano di
sequestrarlo), si è poi visto a svolgere funzione pubblica e ha acquisito, al
di là della valutazione politica, un innegabile merito, quale quello dell'amore
disinteressato per il proprio paese che ha saputo testimoniare in opere
concreti (...) tra cui possiamo ricordare alcune nel periodo bellico e altre
nel periodo repubblicano...”.
OPERE PIÙ IMPORTANTI REALIZZATE
DURANTE IL PERIODO BELLICO
-) Piazza Impero (Piazza Vitolo).
-) Strada del Castello e Croce Monumentale.
Altre realizzazioni:
-) Costruzione del Ceppo a Capo Casale.
-) Per esaltare la sacralità e commemorare
i 1200 anni dell’arrivo delle reliquie di San Biagio, nel 1932, fu eretta una croce
nell'isola di Santo Janni.
-) Supporto alla Banda musicale rifondata,
nel 1935, dal maestro Eduardo Limongi, che riuscì nel 1945 a dare vita a un
nuovo complesso ottenuto dalla fusione delle parti superstiti della Banda di
Maratea e di quella di Verbicaro (CS).
PIAZZA IMPERO, POI CHIAMATA PIAZZA
VITOLO NEL 1996
Come dicevamo, nel marzo del 1938 fu
nominato Commissario Prefettizio di Maratea per tre mesi e accettò, secondo le
sue parole: “Col solo miraggio di scuotere l’apatia e l’inerzia del mio
paese”.
Così, dopo aver lavorato alla costruzione
dell’edificio “Istituto Convitto Maschile Lucano”, pensò che Maratea meritasse
il risanamento della zona, ricavandone allo stesso tempo una piazza, che nel
centro abitato ancora non esisteva.
Fu così che a marzo del 1938 venne dato il primo colpo di piccone per la demolizione dei fabbricati, necessaria per la costruzione della Piazza dell'Impero e due anni dopo, il 21 aprile 1940, si tenne la prima cerimonia in cui vennero premiate le madri di famiglie numerose e consegnati i primi libretti di pensione.
STRADA CASTELLO E CROCE MONUMENTALE:
Nominato per la seconda volta Commissario nell’agosto del 1938, Biagio Vitolo pensò iniziare la nuova amministrazione con un’opera grande e da tanti generazioni sempre desiderata, la strada del Castello.
Scrive in Ricordi di un amministratore: “...dal
bilancio del Comune non si poteva sperare nulla perché era agli sgoccioli, né
si poteva far troppo affidamento in un intervento dello Stato trovandoci in
un'epoca di grandi sconvolgimenti interni ed esteri”.
E così che con l'incoraggiamento e il
sostegno morale di Mons. Domenico Damiano, vicario del Santuario, lanciò nel
novembre del 1939 un appello alla città di Maratea per dare inizio ai lavori
della strada rotabile che dalla Contrata Santa Caterina, sulla via di Massa,
porterà al santuario.
Così, è riuscito a coinvolgere al lavoro a
cittadini che lo conoscevano e con le sue parole contenute nell'appello...
Con le sue parole contenuti nell'appello
menziona che “...i lavori verranno eseguiti sotto la mia personale direzione
con le minori spese possibili (...) e le offerte dovranno inviarsi
esclusivamente al Mons. Damiano...”.
Così, con l'aiuto di Luigi Pedota, Capo Cantoniere della Statale 18, il 19 novembre del 1939 con un gruppo di pochi operai si iniziò i lavori dal bivio di Santa Caterina.
“Giorno per giorno aumentava l'entusiasmo
con uomini e donne che affluirono a dare gratuitamente la loro giornata
lavorativa vedendo con ammirazione e commozione presentarsi sul lavoro anche
operai dei paesi vicini per offrire la loro giornata, gente che negli anni
precedenti veniva a piedi in pellegrinaggio per implorare grazie al Santo”.
(Nel 1940 avvenne un fatto significativo nel campo religioso: su sollecitazioni del Rettore del Santuario, Mons. Domenico Damiano, del Vescovo di Policastro, S. E. Mons. Federico Pezzullo, e del Sindaco Vitolo, il Papa Pio XII eleva il Santuario di San Biagio alla dignità di Basilica Pontificia).
Con un secondo appello rivolto a i
concittadini si è conclusa la strada per arrivare al piazzale del santuario y
il 03 maggio 1941 l'auto del Vescovo attraversò il tratto finale e giunse il
Castello per celebrare l'elevazione del Santuario alla dignità di Basilica
Pontificia e anche per la sistemazione dell'urna contenente le sacre reliquie
di San Biagio.
Restava costruire la Croce Monumentale sulla più alta cima del Sacro Monte (per ricordare i caduti di Maratea in tutte le guerre) e una volta innalzata si realizzò la strada d'accesso dal piazzale della Basilica al terrazzo delle Croce.
Così “vecchi ed ammalati potettero recarsi in auto alla Basilica e baciare le Sante Reliquie di San Biagio e i visitatori potettero affacciarsi al girone interno della Croce Monumentale e godersi il sublime panorama” (dove ora emerge il Cristo Redentore, simbolo di Maratea).
Dopo, nel 1950, fonda l'associazione
EVIRMA (Ente Valorizzazione Incremento Riviera Maratea).
OPERE PIÙ IMPORTANTI REALIZZATE
DURANTE IL PERIODO REPPUBLICANO
-) Piazza Giovanni Buraglia.
-) Monumento ai caduti di tutte le guerre
a Piazza Europa.
-) Villa Comunale Cardinale Gennari.
-) Nuova Croce Monumentale e Statua della
Pietà.
-) Busto del Colonnello Alessandro
Mandarini.
(Ricordiamo allora che nella nuova Italia
repubblicana fu eletto Sindaco per sovranità popolare ancora una volta, per più
di nove anni, dal 31 maggio 1952 al 16 ottobre 1961).
PIAZZA GIOVANNI BURAGLIA
Vitolo dice testualmente: “Io che ero nato al Corso Garibaldi (Via del Tocco), nelle adiacenze dell'isolato di case a forma di triangolo, appartenente a quattro proprietarie, fin da ragazzo avevo pensato che se un giorno fossi diventato qualcuno avrei fatto demolire quel gruppo di case che opprimeva il centro. Diventato sindaco per volere del Popolo con l'elezione del 1952, cercai di attuare quanto da piccolo avevo pensato”.
Dato che le condizioni del bilancio del
Comune non consentivano una simile avventura, nel settembre del 1954, Vitolo
intraprese un viaggio in Colombia e Venezuela, principalmente, per cercare
fondi per la creazione della piazza e del Monumento ai Caduti di tutte le
guerre.
Fu così che i fratelli Biagio e Vincenzo Buraglia, che erano rappresentanti della Chrysler in Colombia, finanziarono a fondo perduto con la promessa di dover chiamarla Piazza Buraglia.
E così, “...dopo difficoltosi e complicate trattative la piazza venne inaugurata il 23 settembre del 1956, due anni dopo da quando nel salone dei Padri Oblati mi dieronno il saluto per la gita all'estero, portando in questa maniera l'aria il sole e la luce in quel spazio”.
MONUMENTO AI CADUTI DI TUTTE LE
GUERRE A PIAZZA EUROPA
L’idea fu di tutta la cittadinanza di Maratea fin dalla Prima Guerra Mondiale, ma nessuno aveva preso l’iniziativa per realizzarla anche se fu approntata una lapide posta sul frontespizio della chiesa dell'Annunziata per ricordare i nomi dei caduti nella Prima e un'altra anche per quelli della Seconda Guerra Mondiale.
I fondi necessari furono anche raccolti
nella gita in Colombia (27.5 %) e Venezuela (72.5 %) per i concittadini colà
residenti, molti dei quali ex-combattenti, e lo scultore Vito di Giorgio, della
vicina Lauria, concepì un progetto che si potesse realizzare con la somma a
disposizione.
Fu così che il Monumento ai Caduti venne
inaugurato il 04 novembre 1959 per “...dimostrare alle loro famiglie che il
popolo di Maratea era degno del loro ricordo e del loro sacrificio”.
VILLA COMUNALE CARDENALE CASIMIRO
GENNARI (Maratea 1839 Roma 1914)
Riprendendo l’idea che Biagio Vitolo aveva già nel 1938, la costruzione cominciò nel 1952 con la donazione al comune del terreno dell’eredi dello stesso cardinale per costruire una Villa Comunale. E così, con l’incoraggiamento del Vescovo Mons. Federico Pezzullo, Biagio Vitolo scrisse, senza seguire la via gerarchica, direttamente al Papa Pio XII che diede anche un importante contributo per il busto marmoreo del cardinale, opera dello scultore Armando Battelli da Pietrasanta (Lucca).
Con un nuovo appello alla cittadinanza nell’aprile del 1953, che rispose, e con la costruzione del muro di cinta da parte della Provincia, in meno di sei mesi “si trasformò la roccia in fiorenti giardini e in un posto di tranquillo soggiorno al sole per dimostrare la bontà e la civiltà al popolo di Maratea che ha saputo creare... un posto di ricreazione per i suoi figli e per ricordare degnamente uno dei suoi uomini migliori”.
Biagio Vitolo, nel suo discorso alla inaugurazione, il 16/05/1953, ci disse che “un’amministrazione anche senza mezzi può fare molto quando vi è la volontà creativa, l’onestà volitiva e l'amore per la propria terra, tre principi che mi hanno sempre ispirato nelle diverse amministrazioni”.
NUOVA CROCE MONUMENTALE E REPLICA
DELLA PIETÀ
Il 04 settembre 1963 il Conte Stefano Rivetti di Valcervo presentò una lettera con la quale comunicava ufficialmente la sua intenzione di donare al Comune di Maratea una statua del Cristo Risorgente che verrà collocata al posto della Croce.
Con le parole di Vitolo “...noi vecchi
soldati e combattenti accettiamo e lodiamo questa nuova iniziativa esprimendo
il desiderio che la Croce, che aveva il suo significato, sia ricostruita in un
alto luogo visibile da tutta la valle di Maratea”.
Così, il Consiglio Comunale diede a Vitolo l'incarico della scelta del posto (la collinetta denominata sopra la grotta) e della ricostruzione della Croce a totale carico del Comune.
La statua della Pietà è opera della ditta Armando Batelli, lo stesso che realizzò il busto del Cardinale Gennari, e fu inaugurata finalmente il 04 novembre del 1966.
BUSTO DEL COLONNELO ALESSANDRO
MANDARINI
Oltre 13 anni dopo l’inaugurazione della Villa Comunale e dopo la cerimonia della statua della Pietà, fu inaugurato il busto, ideato, voluto e offerto da Biagio Vitolo, del colonnello Mandarini con il contributo dell’Amministrazione Comunale per la costruzione del piedistallo e la lapide.
Con le sue parole: “...incominciai ad
apprezzare e amare il valore del Colonnello Mandarini fin da piccolo, nel
periodo in cui frequentavo le scuole elementari e restò fin d’allora impreso
nella mia mente la riconoscenza per quel nostro concittadino (nato nel 1762 a
Maratea) che con tanta abnegazione aveva difeso l’antica città di Maratea
(Castello) assediato dalle truppe francesi nel 1806 e pure nella vita civile
aveva amministrato molte volte il Comune con saggezza e rettitudine”.
Proprio con la cerimonia dell'offerta del
busto e l’avvio del corteo verso Piazza Europa dove a quel tempo c'era il
Monumento ai Caduti, Biagio Vitolo chiuse la sua attività pubblica di cittadino
amante del progresso e del benessere del suo paese, che possiamo ricapitolare
su tre chiare intenzioni che aveva sempre presenti nella sua attività pubblica:
1-
Dotare di spazi pubblici grati ai cittadini e ai visitanti di Maratea come
Piazza Vitolo, Piazza Buraglia, Villa Comunale e il girone sul monte San Biagio
con vista panoramica (dove prima c'era la Croce e dopo il Cristo Redentore).
2-
Onorare a chi onore merita come i cittadini marateoti; il Colonnello Mandarini,
il Cardinale Gennari e i caduti in guerra.
3- Como amante di Maratea e la sua gente,
creare fonti di lavoro produttive e della valorizzazione turistica del
meraviglioso territorio.
Questo si ricollega a quanto disse il
sindaco del 1964, Cav. Gaetano Tripodi, in occasione di consegnare la pergamena
a Biagio Vitolo (21 settembre 1964) come riconoscenza per la lunga attività
amministrativa:
“Sarebbe troppo lungo ricordare le varie
tappe di tale attività che è legata alla vita del nostro comune in questi
ultimi 40 anni. Perciò mi soffermo soltanto su tre di esse che, secondo me,
illustrano al meglio la figura di Vitolo amministratore, legato alla sua terra
da affetto profondo e immutabile:
“1- Ricordo anzitutto la sua opera
costante come Commissario Prefettizio nell’ultima dopoguerra
quando scarseggiava il pane, prodigandosi continuamente oltre ogni limite,
affrontando lunghi viaggi per il capoluogo di provincia, egli riuscì ad
assicurare sempre al paese i viveri di prima necessità.
“2- Nel 1953, in qualità di Sindaco del
Comune, seppe ispirare fiducia all’industriale Conte Stefano Rivetti, tanto da
indurlo a impiantare a Maratea il primo stabilimento seguito poi da altre
iniziative di carattere economico (e anche turistico).
“3- Nel 1955 il Commendatore Vitolo si
recò all’estero, in Colombia e in Venezuela, per visitare i vari connazionali
riuscendo a raccogliere i fondi per la realizzazione della Piazza Buraglia e
per l’erezione del Monumento ai Caduti”.
A queste parole possiamo aggiungere quelle
dell'Assessore Delegato, dottor Biagio Schettino, quando dice che “l’obiettivo
era sempre il benessere dei suoi concittadini, così con gli alleati, così nel
tormentato periodo post-bellico, così nell’avvio dell'era industriale, in ogni
occasione costantemente, coerentemente con sé stesso, Biagio Vitolo è stato
sempre le alfieri di Maratea”.
Vogliamo concludere questo omaggio con le
sue stesse parole scritte nell’ultima pagina del suo Ricordo di un
amministratore, pubblicato a febbraio del 1968: “...ed ora cediamo pure le
idee e le iniziative alle nuove giovani generazioni per continuare e far
assurgere alla vetta più alta di civiltà e di progresso la nostra cara e amata
Maratea”.